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mercoledì 30 aprile 2014

A colpi di patata

Non c'è niente da fare.
Vince sempre l'allusione, il doppio senso, l'equivoco.
Rocco Siffredi continua la felice relazione con Amica Chips (con Eldorada ritorna in video in versione 2014 in coppia con la Muti in versione 1980) e si sgancia -poco- dall'equivoco che lo perseguita.
D'altra parte è più equivoco lui del termine 'patatina'.
Carlo Cracco osa quel che può, snobba ma poi sfrutta la scia del Siffredi nazionale con un risultato decisamente scarso.
Forse più che scarso, si direbbe confuso.
Parte sfruttando il nome in comune, la campagna recita 'San Carlo Cracco' affermando poi -alla faccia del santo- che 'la cucina ha bisogno di audacia' e tornando alla sobrietà citando 'il buon gusto italiano'.
In sostegno al buon gusto, uno degli eventi di lancio si è svolto nella location Milanese di proprietà dello chef dal nome allegramente interpretabile de La Segheria.
Ma non è finita qui: sul magazine on line Scatti di Gusto si citano alcuni dei (presunti ndr) commenti del pubblico femminile che ha assistito all'evento, del tipo "guarda come dispone bene il merluzzo sulla patatina", "è più sexy di Rocco Siffredi" (passo falso, Rocco non è famoso per la sua sensualità) e stupidaggini simili.
Chi è più malizioso? Il magazine, che di gusto ne ha assai poco? Il pubblico? Il communication manager di Cracco?
Bocciato Carlo, a tutti i livelli.
Promosso Rocco, che ironizzando e non prendendosi sul serio fa prendere malissimo (San) Carlo.

lunedì 28 aprile 2014

Finchè c'è trucco, c'è speranza

Esiste una donna che non si è mai sentita dire 'stai meglio acqua e sapone'?
Vale anche qualche anno fa. Forse era anche vero, qualche anno fa.
Visitando il sito di questi make up artist russi, le mie certezze si sono come dire? Affievolite?



Trucchi o miracoli?
Giudicate voi.
Comunque per fare una certa figura per un certo motivo (e tra gente che mai mi ha vista e mai mi rivedrà) io farei un investimento in un salone di bellezza.
Se ci state pensando: assolutamente no per il vostro matrimonio.
Ci rimarreste malissimo se poi, sfogliando l'album, vi chiedessero: ma non c'è una tua foto?

Se piove ed è lunedì

Una settimana di vacanza fuori casa.
Ritmi diversi, compagnia diversa, tutto diverso: a partire da ciò che si vede la mattina appena si aprono gli occhi.
Io vedevo il sole nella valle.
Ma il lunedì arriva, e se esiste una cosa peggiore del lunedì, è il lunedì dopo le vacanze.
Si, anche per me che non sono attualmente occupata.
'Ma cosa ti lamenti tu, che stai a casa..'.
Finisco la frase: ..con un bambino di otto mesi febbricitante (leggi non si può uscire) la pioggia a dirotto fuori (nemmeno sul terrazzo) e i nonni latitanti (inutile anche la scusa del 'me lo tieni che devo fare la spesa').
Ci vuole ispirazione, e neanche poca.
Cosa fa venire l'ispirazione? Jack London diceva "l'ispirazione non si aspetta, ma si caccia con il bastone" Sembra che un modo per far girare le idee sia muoversi. Le migliori idee si chiamano tra loro e se non si cambia la propria condizione è impossibile che si abbia l'illuminazione.
Quindi farsi una doccia, sistemare l'armadietto del bagno, farsi un giro in cantina.
Assumere sostanze stimolanti (legali) come la caffeina. Senza abusarne perchè non è propriamente sana. Muoversi: fare una passeggiata o se impossibilitati passeggiare per casa, magari stiracchiando le braccia e girando il capo (questo cambia il punto di vista, che è fondamentale).
Sforzarsi, per produrre adrenalina: fare uno scatto, saltare la corda, far circolare il sangue.
Infine pensare 'oltre'. In poche parole pensare in grande e non nell'immediato: cosa fare nel prossimo ponte, dove andare in vacanza, cercare eventi e sagre nei dintorni di dove si vive o di dove si andrà in ferie. Pianificare qualcosa di non immediato ma comunque concreto, per non disperdere inutilmente le energie e non avere l'impressione di rimanere sempre allo stesso punto.
Infine (questo è un mio consiglio e non ha niente a che fare con l'ispirazione) fare un bel sospiro, guardare fuori dalla finestra, verso il cielo, e sperare di individuare una luce diversa, lontana, segno che prima o poi le nuvole si apriranno e splenderà il sole!


giovedì 24 aprile 2014

Da oggi il mio deo preferito

Si chiama Mineral ed è un deodorante spray di Garnier.
Freschissimo e dal profumo discreto. Lo adoro.
Pomeriggio relax qui in montagna. Sotto la doccia un gommage all'albicocca (Jeanne Plaubert), dopo un ultimo risciacquo freddo, friziono la pelle con una spugna riscaldata, poi applico uno strato generoso di crema corpo al caprifoglio (Planter's).
Una nuvola di deo Mineral e sono pronta a una lettura rilassante sul divano davanti al camino (che è spento ma fa tanta atmosfera) con una tazza di tisana tiepida (io mischio finocchio, liquirizia e rabarbaro: sgonfia e depura).
Quando si hanno figlio e marito fuori e poppante addormentato..non ci si può permettere di sprecare nemmeno un minuto!

martedì 22 aprile 2014

Se lo dice la Huffington

Proprio lei. Quella dell'Huffington Post. Niente-popo-di-meno-che.
Donna in carriera, una delle cento giornaliste più influenti del pianeta.
È successo che si è fermata e si è chiesta dove crede di andare. O meglio: sicura che ci arriva?
Lo stress aumenta del 40% il rischio di malattie cardiovascolari nelle donne iperimpegnate. Lavoro, casa e famiglia, se mal combinate ci fanno letteralmente la pelle.
In questi giorni di vacanza in montagna, il mio Smart Phone trova rete unicamente in tre posti prestabiliti: in piazzetta, al laghetto, a Valgrande.
Per il resto aspetto.
Quindi i messaggi su whatsapp, le mail e via dicendo si accumulano e vengono scaricate una o due volte al giorno.
E non ci crederete mai ma..non è mai successo niente di tragico!
Scherzi a parte. L'essere sempre connessi ha stravolto le nostre vite. Ci si sveglia di notte per andare a bere e si da un'occhiata alla home del telefono in cerca di icone di mail, sms e notifiche social.
Si tiene il cellulare sul comodino con la scusa che non si ha la sveglia e spesso lo si controlla (sembriamo dire a noi stessi "solo un'occhiatina poi basta"), ormai ha sostituito le letture da bagno, una volta zona riservata alle parole crociate, al libro o male che vada alle etichette dei prodotti.
In poche parole: la privacy ce la invadiamo noi per primi.

lunedì 21 aprile 2014

Arcobaleno

Meraviglia della natura, dopo una notte di pioggia incessante, spunta un sole giallo acido che ci regala una vista mozzafiato dal finestrone della casa in montagna.
Attenzione: foto scattata e postata, nessun ritocco.
Non faremo il picnic con le uova sode colorate, ma i colori ci sono tutti. Tutti splendidi.

venerdì 18 aprile 2014

Cose belle che si chiamano tra loro

Prestiamo molta attenzione a ciò che non ci piace, a ciò che ci va male, che ci offende, che ci trova in disaccordo.
I social sono pieni di lamentele, di aforismi (sempre meglio esternare un proprio pensiero, piuttosto che citare all'infinito cose dette da qualcun altro) accusatori, di negatività.
Poche volte si leggono cose positive, eppure accadono, ogni giorno. Davvero!
Poco fa ero in chiesa per la messa del Venerdì Santo e il Parroco (il mitico Don Eugenio!) ha detto, durante l'omelia: "Signore, insegnaci a non lamentarci sempre".
Si, perchè le lamentele si sprecano. Da sempre.
Forse non ci si compiace delle cose che vanno bene, perchè si teme che accada qualcosa di brutto e si debba fare marcia indietro. Quindi si vive nella paura che ciò che ci fa felici finisca e intanto si perde l'occasione per gioire di qualcosa.
Sembra assurdo, ma succede.
Siamo pronti a ricordare minuziosamente ciò che di brutto ci accade, ma non ricordiamo il bello nella nostra vita.
Forse 'ricordiamo' sarebbe da sostituire con 'riconosciamo'.
Non riconosciamo il bello perchè non ci basta, per essere felici ci vuole qualcosa di straordinario, eccezionale: vincere una grande somma di denaro, ricevere un regalo prezioso, partire per un viaggio esotico ed esclusivo.
Ma ne siamo proprio sicuri?
E se provassimo a riconoscere quanto di bello è entrato nella nostra esistenza di ogni giorno?
Ci fermiamo e facciamo una lista delle cose per cui essere grati, ecco la mia:
per i miei stupendi figli che crescono sani e meravigliosi;
per il loro papà (che oggi compie gli anni: auguri!);
perchè ieri ho conosciuto per lavoro una persona e con questa persona si è creato subito un buon feeling;
perchè ieri un'altra persona -con la quale ho rapporti professionali- ha espresso un buon giudizio su di me e ha aperto un dialogo;
perchè oggi abbiamo aperto i regali di Mauro in pigiama, sul lettone;
perchè abbiamo fatto una sorpresa al papà e ci siamo presentati in ufficio all'ora di pranzo;
perchè dove abbiamo mangiato c'era un vassoio con le fette di colomba e i cocci di uovo al cioccolato e pezzi di nocciola da spiluccare con il caffè;
perchè quando sono passata in chiesa a baciare Gesù c'era la Messa e mi sono fermata li, incontrando persone amiche e ho avuto l'occasione di fare gli auguri di persona anche a loro;
perchè domani si va in montagna e rivedo un paio di amici che non vedo da tempo;
perchè anche se fa freddo sarà bello comunque e accenderemo il camino;
perchè..
Queste sono le prime cose che mio sono venute in mente, senza sforzarmi di trovare il buono delle cose.
Ps: se la maggiorparte dei miei 'perchè' ha suscitato in voi una reazione del tipo "capirai", entrate nel primo tabacchi e comprate un gratta&vinci, magari..
Buona Pasqua a tutti!



giovedì 17 aprile 2014

Notte prima degli esami

Stanotte sveglia alle 2.44 con il gentile contributo del poppante. Lui si riaddormenta in dieci nanosecondi. Io conto il millesimo gregge di pecore.
Penso a una serie di cose in successione. Inizio dalla canzone di Venditti e subito me ne viene in mente un'altra: Cinzia e Piero. Che poi era No woman no cry di Bob Marley.
E che parlava proprio dell'unico mitico concerto di Milano. "..e si che Milano quel giorno era Jamaica.." quanto l'ho ascoltato Bob Marley da adolescente.
L'adolescenza, che in questo periodo mi tocca da vicino per la prima volta dopo esserci passata.
Le mie nipoti con i loro primi grandi, struggenti amori. Che le senti parlare e ti immagini degli uomini maturi che tolgono loro la leggerezza, poi ti fanno vedere (se si fidano di te) la foto del loro amore e scopri che è un ragazzino col ciuffo alzato e l'espressione da dodicenne che vuol fare il bullo.
L'adolescenza, che in questo periodo è protagonista nelle storie a volte tragiche di cronaca.
L'adolescenza, che sembra una condizione eternamente tragica e difficile e complicata e confusa, mentre invece lo è per un pugno di anni.
Vorrei dire alle mie nipoti adolescenti, a quelle di tutti, che passa, che è dura ma che è anche bellissima. Che poi anni dopo ci ripensi con tenerezza, che ti fai tenerezza, tu da sola che combatti contro il mondo intero.
Vorrei dire ai genitori (e ho l'impressione che loro siano i veri ribelli, nel senso negativo di chi parte dal presupposto di avere sempre ragione) che è fondamentale stabilire un contatto, chiarire che ci sono sempre e che possono aiutare a risolvere qualsiasi problema (anche se con lite annessa) perché a volte è giusto lottare in due contro il mondo, anche se la guerra non è la nostra e abbiamo 'altro da fare'.
Chissà che madre sarò quando i miei figli saranno adolescenti.
Ps: nella foto siamo io e mio marito-allora-fidanzato-da-sei-mesi alla festa del mio diciottesimo compleanno.

lunedì 14 aprile 2014

Sogni di giornata

Le corolle dei fiori mosse dal vento attirano l'occhio. Anche se non c'è niente di nuovo, sono ipnotiche.
Nelle giornate come questa, il sole alto accecante, il vento, il cielo terso.. viene voglia di prendere un album da disegno, una scatola di pastelli e scegliere un angolo accogliente nel parco, stendere un plaid accanto a un albero e iniziare a disegnare.
In questa visione onirica ci va qualcosa di pizzo sangallo, una camicia con le maniche lunghe, una cosa di mezza stagione, non sfacciatamente estiva. Fa ancora freschino.
Immancabili i capelli rossi che svolazzano, e le lentiggini.
In alternativa alla sosta artistica, un giro in bicicletta, lo spuntino nel cestino, l'orologio (e il cellulare) dimenticati a casa, un vestitino a quadretti delicato, i sandali in cuoio.

Basta un pomeriggio di sole, e ci si può trasformare in Holly Hobbie rivisitata. Volere è potere.
Tranne la camicia bianca, tutto Lazzari. Meravigliosamente.

giovedì 10 aprile 2014

Fascia porta-bebè. Oggi la provo

Mi è rimasta in 'eredità' da un'amica olandese che, appena ha saputo della mia attesa, ha iniziato a lasciarmi nell'armadietto di Ricky alla materna una serie di cose utilissime: cd per ginnastica premaman, il marsupio e la fascia elastica porta-bebè.
La fascia non l'ho mai usata ma con questo meraviglioso sole che ci bacia dall'alto.. oggi è il giorno ideale per fare un giro con il piccolo 'addosso'.
Prima di donarmela, la mia amica mi ha fatto un breve training su come funziona e sui vari passaggi per rendere l'alloggio del piccolo sicuro e confortevole, ma non ricordo esattamente, quindi ho trovato le istruzioni in rete.
Ci sono opinioni diverse sull'uso di marsupi e fasce porta-bebè, si parla di sicurezza e di casistica, ma credo che i vari incidenti siano da addebitare all'uso sbagliato di questi acessori.
Il marsupio ad esempio ha due doppie chiusure di sicurezza ed è praticamente impossibile che si aprano. Il marsupio è comodo, ma non si indossa 'semplicemente': va tarato nelle lunghezze, va stretto e chiuso con calma. Certo, per fare veloce qualcuno potrebbe pensare di usare solo un paio di chiusure, o magari, visto che si hanno le mani libere, di compiere azioni come se il bambino non ci fosse.
Il bambino c'è, quindi non si corre, non si portano carichi che occupino le mani o che sbilancino, si sta attenti ad alzarsi e abbassarsi, ad aprire e chiudere porte, portiere e ante.
Quindi più che una questione di 'sentirsela' di usare questi accessori, è una questione di mantenere altissima l'attenzione e ricordare che davanti a se si porta qualcuno che oltre al peso ha un volume.
(Grazie Jet, xoxoxo)

mercoledì 9 aprile 2014

'Povero' royal baby..

In questi giorni il Royal Baby inglese, il piccolo George, partecipa al suo primo incontro ufficiale.
Non interessa a nessuno di che cosa si tratti. Magari è la raccolta fondi a favore di un'associazione che spaccia cocaina semiraffinata negli asili, ma no, la cosa importante è che il piccoletto indossa una tutina blu di Rachel Riley: che cita 'designer & luxury children' ..se volete comprarvela, accomodatevi ma il sito cercatevelo da soli.
Va detto: la tutina ha, ricamata sul petto, una barca a vela. Mica potevano mettergli su una tutina fatta a mano da artigiani dei paesi sottosviluppati e promuoverne nome/sito per favorirne l'e-commerce.
No, aiutiamo la Riley, che ha tutta l'aria di una poveretta che ne ha bisogno.
Tutina pulitissima. Le foto sono state tutte scattate tra i trenta secondi e i due minuti dopo l'arrivo del piccolo all'evento. Tutte quelle scattate dopo, non sono state autorizzate. Il piccolo ha viaggiato in limousine con scorta, con la testa fuori da un sacco della spazzatura che ha protetto la mise dai numerosi rigurgiti.
La mamma viaggiava separatamente perchè sennò le avrebbe rigurgitato sui capelli, strappato gli orecchini, causato una punta del naso rossa e piena di graffi (nella foto vediamo una carezza, ma sappiamo che da quelle dita grassocce e perennemente umidicce non si salverà nemmeno un capello).
Questo è il bello dei bambini.
Sono tutti meravigliosamente uguali.
Tutti perfetti. Se ne fregano delle apparenze che noi vogliamo salvare per loro.
Io ci sguazzo. Volete sapere quante volte mi sono sentita dire da amici: 'ma il gilet da piccolo rom fatto a mano glielo vogliamo togliere?' oppure appena arrivo dalle nonne: 'questa magliettina però in giro non gliela devi mettere'.
Decine, centinaia di volte.
Tra me e le amiche che escono con i figli immacolati c'è una sola differenza: il mio saluta già pieno di patacche, il loro si patacca dopo due minuti.
Io, almeno, vivo serenamente.

Sarà anche vero, però..

Leggendo un articolo divertente, e trovandomi pressoché d'accordo su tutto, ho fatto una mia verifica molto personale sul profilo Facebook, ed in effetti i 'sette modi per rendersi insopportabili su Facebook' riempiono la mia bacheca.
Fatelo anche voi, sono, brevemente:
1.vanteria esplicita ("ho una vita meravigliosa") autocelebrativa ("week end a sorpresa: chalet in montagna. Ma quanto sono fortunata ad evere un fidanzato così?") o dissimulata ("detesto gli uomini che mi fischiano dietro mentre cammino per strada")
2.rivelazioni criptiche ("oh, è orribile..!" per poi rispondere alla prima richiesta di spiegazione "non ne voglio parlare")
3.aggiornamenti letterali ("appena fuori dal'ufficio vado in palestra e stasera sushi poi a nanna")
4.messaggi privati espressi in pubblico ("è da tanto che non ci vediamo, Pincopallino ha finito l'antibiotico?")
5.discorsi da premio oscar ("volevo solo espirmere la mia gratitudine per avervi tutti nella mia vita" spesso citando nomi di persone che ovviamente nessuno conosce)
6.opinioni ovvie ("è vero, Renzi sembra promettere miracoli ma è giovane, io gli do tempo")
7.gesti di illuminazione (tutte le citazioni che si trovano in giro, dagli aforismi alla Bibbia, per dire "se mi segui troverai anche tu la strada verso la luce")

Io ne aggiungo un ottavo (non me ne voglia l'autore, Wait But Why) ed è il seguente:
8.Immagini sconvolgenti che associano un 'mi piace' all'Amen, che propongono bambini maltrattati, cani e gatti a brandelli, persone malate impietosamente (e aggiungerei inconsapevolmente) fotografate nei letti di ospedale, volti tumefatti, corpi carbonizzati.

Comunque, facendo una stima, su un profilo che vanta ottocento "amici", l'autore riduce a poco più di una ventina il numero effettivo di "veri amici".
Io che ne ho meno di duecento sto messa male quindi.
WBW sostiene che se un post risponde a una delle tipologie sopra descritte è nella realtà una ricerca di sicurezza, attenzione, necessità di auto-costruirsi o addirittura voglia di generare invidia negli altri.
Può anche essere. L'invidia sta nelle orecchie di chi ascolta. Se non sono una persona invidiosa, e se il mio 'amico' non insiste troppo (poi diventa stalking!) con i suoi successi e i ringraziamenti urlati ai quattro venti.. chi se ne frega?
I social nascono dalle persone e per le persone, ne più ne meno delle compagnie e dei gruppi cui si faceva parte quando per divertirsi o distrarsi si era costretti a scendere in piazza o andare all'oratorio.
Anche allora ci si faceva la scorza a suon di pettegolezzi sulla più in vista del gruppo, o si ascoltavano le prodezze del più figo del quartiere. Solo che allora tutti gli ascoltatori erano interessati. Adesso ti ascolta anche la cugina che si è trasferita alle Fiji vent'anni fa e che hai avuto l'indecenza di mettere tra i tuoi amici giusto per dare un tocco esotico al tuo profilo.
Ho trovato il nono modo: "ho amici in tutto il mondo"!

lunedì 7 aprile 2014

Gioie per gli occhi

Sono una persona creativa.
Ultimamente ho poco tempo, in casa c'è uno spazio limitato e invaso dai miei tre maschi, ma.. ogni tanto qualcosa con le mie mani la faccio ancora.
Queste sono frutto del gusto e della creatività di mia suocera.
Uova pasquali profumabiancheria: in resina profumata con essenze provenzali e confezionate in tessuti preziosi, con fiori e passamaneria in nuance.
Non solo uova: coccinelle, farfalle, mucchine, cuoricini, orsetti..per tutte le occasioni.
Le adoro.
Ideali per un regalino diverso dall'uovo di Pasqua che di solito si porta ai bambini. A un'amica che ci invita a cena, alla suocera (io non posso, purtroppo!) alla zia che si va a trovare.
Le cose profumate piacciono sempre alle donne, o no?

Alla vostra!

Chi l'avrebbe mai detto che una sera d'estate sareste usciti a bere una birra in compagnia del vostro ..cane?
Ebbene si, direttamente dal Brasile (siete sempre troppo avanti, ragazzi) arriva la birra per i cani, a base ovviamente di malto, senza gas e con vitamina B.
Certo, assolutamente priva di alcol.
Si chiama Dog Beer e sta spopolando oltreoceano. Eventi, grigliate, surfate. Ogni occasione è buona per offrire una birra fresca al proprio migliore amico, no?
Salute!

sabato 5 aprile 2014

Cenare sul divano

Con una serata libera (della serie: quando mi ricapita?) è tassativamente vietato porsi troppi limiti.
No, niente comportamenti illeciti, sono una mamma!
Tanto per cominciare niente tavola apparecchiata. Niente portate pre-definite ma un menù all'insegna del "mi cucino quel che mi gira".
Pane cunzato, ricordando una bellissima vacanza in Calabria.
Cunzato a modo mio però.
Il pane meglio se non freschissimo, un paio di giorni di 'invecchiamento' sono perfetti.
Si taglia a metà e si priva della mollica.
Si mette in una padella antiaderente un filo di olio extravergine d'oliva e uno spicchio d'aglio schiacciato. Quando l'olio è ben caldo si toglie l'aglio e si appoggiano le due metà del pane.
Intanto che si abbrustolisce a fuoco lento si prepara la cunzatura. Io ho messo pomodoro, olive nere piccanti e sale nero.
Si può fare con tonno e pomodoro oppure con pasta d'acciughe brie e basilico..o quello che si preferisce.
Va consumato tiepido, sul divano con la bibita che si ama di più. Io stasera mi bevo una cola.

venerdì 4 aprile 2014

Cose meravigliose che accadono tutti i giorni

Ho appena visto un breve video che gira sui social.
Trattasi di un montato di sequenze riprese dalle telecamere a circuito chiuso, le famose 'camere di sicurezza' che vediamo fuori dai negozi, in certi quartieri, in tutti i luoghi dove c'è la videosorveglianza.
Sono sposata con uno che ci sta in mezzo per lavoro, vendendole e installandole, e non avevo mai dato un valore tanto romantico alla sua attività (se interessasse l'articolo, cliccate qui).
Questo video mi ha fatto commuovere, non tanto per le scene 'rubate' in se, ma per la frenesia e la spontaneità delle persone che agiscono, si susseguono, un colpo al cuore dopo l'altro.
Non aggiungo altro, guardatelo abbandonandovi alle emozioni e.. buon week end.

giovedì 3 aprile 2014

Dopo la gentilezza, il cinismo social


Alzi la mano chi non si è mai sentito spiazzato dalla frase postata da un amico sulla sua bacheca social. Ora alzi la mano chi, magari chiedendo spiegazioni, non si è mai sentito rispondere con un secco "sulla mia bacheca ci scrivo quello che voglio".
Il social è sempre più il luogo del cinismo, della critica, dell'offesa spacciata per libera espressione.
Come se il solo fatto di trovarsi in ambiente web legittimasse la mancanza di gentilezza, riguardo, considerazione delle idee altrui.
Una sorta di luogo dove gettare accuse, lamentele, risentimenti al vento. Peccato che non sia il vento a leggere, ma i nostri amici.
Situazione spiacevole da gestire e da risolvere, come capita ogni volta che si forma dell’attrito con gli amici.
Si perché i nostri followers, ironia della sorte, vengono definiti "amici": lettori pressoché quotidiani delle nostre libere espressioni. Allora perché di fronte a una critica ci si difende con la scusa de "il profilo è mio" come a rivendicare il diritto di esprimersi liberamente? Perché non lo si fa a parole?
La spiegazione, come sempre, è la più semplice: essere gentili 'costa' lo sforzo di apertura agli altri.
I social ci danno uno spazio da condividere con chi vogliamo, uno strumento con il quale comunicare pensieri e stati d’animo ai nostri amici. E allora perché comunichiamo ‘contro’ i nostri amici? L’agire sul web in qualche modo ci fa sentire in anonimato? Non dare un destinatario nominale ci tutela dietro al ragionevole dubbio del ‘non stavo parlando di te'? Dando contemporaneamente dell’egocentrico o del permaloso a chi legge?
Eh no, mai commettere l’errore di abboccare a questa scusa. La maleducazione va condannata sempre, mai credere a chi, come i coccodrilli, fa un passo indietro o ci da del polemico perché stava ‘pensando ad alta voce’ forte del fatto che non era esplicitamente rivolto a noi. Per citare un grande “ma mi faccia il piacere..”.
Ci vorrebbe il tasto "non mi piace". Sarebbe più democratico poter contare al primo sguardo a quanti piace un post, a quanti no.
Invece il social rimane uno strumento pseudo-gentile che permette di esprimere il proprio apprezzamento ma non la propria contrarietà, se non con la formulazione di commenti soggettivi, che spesso costano l’esclusione dalle cerchie di amici.
Quindi postate gente, ma prima meditate.

mercoledì 2 aprile 2014

Piccoli segnali di gentilezza

Tempo fa mi hanno chiamato quelli di Edison.
Pensavo che mi volessero vendere un contratto che ho già (Vodafone lo fa spesso).
Invece era per chiedere come va.
Oggi ritiro la posta e trovo una busta di dimensioni più grandi di quelle con le bollette.
Edison mi informa che il contratto è in scadenza e che mi fanno uno sconto del 10% sul primo bimestre, ogni anno.
Con Vodafone (piove sempre sul bagnato lo so) per avere sconti devo sempre fare richieste, minacce..
Un'altra cosa carina appena successa: stavo correndo per strada ed è passato il pullman. Poco più avanti c'è la fermata. L'autista mi ha suonato e fatto segno che se volevo mi faceva salire subito. Ho ringraziato e risposto che stavo facendo una corsa, lui ha sorriso, mi ha salutato sorridente e ha accelerato.
Il mondo sta cambiando?