Avete mai pensato che ogni volta che sentiamo un fatto spiacevole ci poniamo (per la maggior parte dei casi e per una reazione umana, immagino di autodifesa) nella posizione di quelli che 'io non lo faccio, a me non capita'?
Da li, credo nasca, la sensazione di essere legittimati al giudizio. Perché ci si sente super partes, imparziali, estranei.
Gli errori più grandi si fanno a freddo. A caldo si fanno quelli umani, umanamente comprensibili e umanamente risolvibili.
Dovremmo accettare che non siamo speciali non siamo diversi. Ci sono, ci sono stati, e ci saranno altri innumerevoli 'noi' che faranno i nostri stessi errori.
E innumerevoli 'altri' che subiranno i nostri torti. E che la ruota gira e andrà avanti a girare, non siamo esonerati da niente, l'unico modo di ripararci è.. fare qualcosa di diverso.
Chiedere scusa, pensare prima al dolore inflitto, invertire l'ordine delle priorità. Perché l'errore è umano non si può pretendere di vivere senza. L'errore serve a cogliere la differenza tra giusto e sbagliato grazie alla reazione di chi lo subisce.
È solo difficile spostarsi da questo passaggio: io sbaglio, tu subisci e reagisci, io colgo il tuo risentimento e.. mi arrabbio.
L'essere umano è illogico.
Se tu sei risentito non dovrei fermarmi, guardarti e fare qualcosa tipo.. capire se ho fatto qualcosa di sbagliato?
Invece la reazione 'normale' è assumere l'atteggiamento di chi è sicuro di aver agito secondo la gravità del fatto quindi giustificare che una reazione di risentimento nell'altro sia ovvia.
Come dire: io non ho sbagliato e a te passerà.
Mi viene in mente un meccanismo atavico che rende l'idea e che al centro del quale difficilmente ci si pone: uomo, se tua moglie ti si nega tu che fai? Cerchi un'altra. E come, facendo il bruto? No, rispolverando savoir-faire e gentilezza, sensibilità. E qual'è la preda ideale? Chi non ne riceve.
Lo stesso discorso si può fare invertendo i sessi e le necessità primarie (perchè è inutile negarlo: sono diverse).
Ma siamo solo esseri umani.. non logici.
perchè ogni giorno che passa ed ogni cosa che accade mi convince sempre più: l'amore è l'unica via!
lunedì 25 gennaio 2016
Quello che pensiamo non succederà mai. A noi.
lunedì 4 gennaio 2016
Voglia di tenerezza
Risparmiatemi le battute sul preciclo (ce l'ho), sui figli che crescono (ce l'ho), sulla soglia dei 40 appena attraversata (terno, quanto ho vinto?).
Ho iniziato, a dire il vero anche finito, l'anno con una implacabile voglia di tenerezza. Quella dei film di Julia Roberts, presente? Quella che sai già che si verifica solo nei film, accidenti a questi registi mielosi che si ostinano a farci credere che l'uomo perfetto esista. Non parlo di Mr. Grey, che è un cliché nemmeno dei migliori, no: veramente perfetto.
Insieme alla voglia di tenerezza mi è scoppiata all'improvviso una voglia di shopping di lusso che la metà basta (ma è l'aria della Costa Azzurra respirata guardando le vetrine sulla Croisette).
Ma torniamo al nostro profilo dell'uomo ideale. Tempo fa abbiamo giocato con un'amica a tracciarne uno per lei, e mi sembra di aver indovinato parecchie cose (quindi è ufficiale che sto invecchiando: a quelle giovani normalmente piacciono gli stronzi). Intanto non è un ragazzino perché per viaggiare e visitare mostre e leggere libri e mantenersi in forma ed avere una mentalità aperta ed essere ricco (ma non ereditiero, troppo facile: anche businessman impegnato e operativo sennò la virilità va a farsi friggere) almeno deve avere superato gli anta e da un po.
Ovviamente non deve essere eccessivo in aspetti quali bellezza e spigliatezza (finiscono tutti a fare i cinquantenni sbroffoni) la vita lo deve aver cresciuto pacato e determinato. Niente macchinone o Rolex da due milioni di dollari al polso. Niente profumo, solo quello di pulito o al limite uno leggerissimo.
A questo punto (esattamente come si farebbe per una donna) viene da chiedersi 'e che ci fa un essere umano del genere single alla sua età?' è qui che viene il bello: non è solo. È felicemente sposato. Legittima domanda successiva 'quindi niente di nuovo, il solito Don Giovanni che se le passa tutte e poi torna dalla moglie' no! È anche fedele. Quindi niente da fare, passiamo al prossimo? Ovviamente è fedele ma si innamora di te (sempre che ti chiami Julia Roberts) perché una come te non l'aveva mai incontrata.
Ma siccome è un essere superiore e inesistente.. ti ha vista, ti ha riconosciuta, ti ha studiata, capíta, aspettata e quando è arrivato il momento giusto..mettetelo voi il finale.
Il più votato è il rapimento!
venerdì 1 gennaio 2016
Gli alberi di Vincent
Quando vengo in Costa Azzurra mi stupisce ogni volta il fatto che gli alberi nodosi delle tele di Van Gogh esistano davvero.
Mattinata a Mougins tra vicoli stupendi e meravigliose gallerie d'arte. Il cielo è nuvoloso ma la temperatura è primaverile.
Oggi è il primo dell'anno e non ho corso. Non ho letto, mi sono arrabbiata con il figlio 'grande' perché non mette attenzione nel fare i compiti e ..cos'altro? Non lo so ma non mi interessa.
In questi ultimi giorni ho letto più bilanci dell'anno in chiusura e buoni propositi per quello nuovo che auguri sinceri. Perché? Intendo dire: perché si sente il bisogno di dire com'è andata negli ultimi 365 giorni? È una specie di rito scaramantico per chiudere definitivamente?
Io non lo so se e quanti dei 365 giorni appena passati siano stati belli o brutti. Dipende da tante cose, immagino.
So che ho parecchio per cui essere felice, so che sono cambiate tante (e tanto) cose, che certe mi hanno proprio lasciato a bocca aperta.
Ma a parte gli avvenimenti mondiali (che salvo per i diretti interessati e le loro famiglie credo non facciano differenza nei bilanci di tutti noi) io le cose brutte proprio non me le ricordo. So che ho avuto delle giornate pessime, che i primi mesi dell'anno sono stati molto pesanti, ma ci devo pensare un po per mettere a fuoco i particolari. Se li ho dimenticati ci sarà un motivo.
Ecco. Ho trovato il bandolo della matassa: dimenticare. Non incaponirsi sulle negatività che ormai sono passate (risolte o no).
Ieri mio padre mi ha stupito con un messaggino di auguri assolutamente normale concludendo con: sei felice?
Ci ho pensato e ho risposto 'sono sempre felice, perché quando non lo sono faccio subito qualcosa per tornare ad esserlo'.
La bellezza dell'anno nuovo -come di quello vecchio- dipende dalla nostra bellezza, non ci sono altre scuse.