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mercoledì 27 novembre 2013

Questa donna ha 70 anni!

Ok, non sto vaneggiando ne gridando al miracolo.
Io CREDO fortemente che tutto ciò sia possibile. Frutta, verdura, legumi e semi.
Basta vedere la differenza di forma tra il marito e Annette Larkins: è impressionante. Lei si è data 'una regolata' prima dei trent'anni.
Armiamoci di pazienza e alleniamo i nostri pollici verdi. E' un modo divertente di darsi da fare, prendersi cura di qualcosa, volersi bene. Inoltre si risparmia!
Si può iniziare da poco, non servono miracoli, ma non aspettiamo altro tempo per stare meglio.
Non c'è bisogno di essere integralisti come Annette, anche se, visti i risultati, a me vien da pensare 'sono ancora in tempo'. A voi no?

martedì 26 novembre 2013

Lagom!

Né troppo, né troppo poco.
Questo è il significato del termine svedese lagom.
A molti sarà già venuto in mente un nome, onnipresente nella vita e nelle case: IKEA.
Nasce nel 1943 in Svezia, le lettere 'I' e 'K' sono le iniziali del nome e cognome del fondatore Ingvar Kamprad, le lettere 'E' ed 'A' della sua fattoria Elmtaryd e del suo villaggio di provenienza Agunnaryd.
Il primo catalogo IKEA è datato 1951 ed ha solamente 16 pagine.
Kamprad inventò il primo arredo completo interamente montabile dall'acquirente, dal design di gusto.
Successivamente il catalogo si arricchì sempre più, fino a diventare quasi un 'testo' da conservare in casa e da sfogliare più volte per vedere se "magari serve qualcosa...".
Personalmente trovo che i mobili IKEA siano un po' come gli abiti ZARA: impersonali, un po' standard. Un po' troppo, intendo.
Il fatto è che funzionano proprio per questo.
In rete ho trovato una proposta per 'ridisegnare i mobili IKEA' e mi ha fatto sorridere.
Ecco MYKEA. Non si tratta d'altro che un sito che propone decorazioni da scaricare per la creazione di pellicole per rifare il look ai pezzi standard.
Le dimensioni e le forme sono standard, le decorazioni no.
Bella idea!
Certo che potrebbe pensarci (e per certi mobili ci ha pensato) direttamente IKEA, ma poi ricadremmo nello stesso problema: l'omologazione delle decorazioni.
Consiglio di farsi un giro, il gioco è semplicissimo: scegli il pezzo IKEA, scegli le decorazioni, guardi la simulazione e se ti piace acquisti.
Io ho fatto una cosa simile qualche anno fa, ma più home-made. Ho inserito una carta da parati provenzale sullo sfondo di una vetrinetta bianca, prima di montarla e appenderla sospesa su un muro verde prato. Ha cambiato subito carattere, sa meno di IKEA e più di me.
Lo si può fare anche con un tessuto di broccato pesante che dai vetri si intravede e forma una macchia di colore non indifferente e originale.
Create gente, create!

lunedì 25 novembre 2013

Il battesimo a casa

Ieri c'è stato il battesimo di Giammarco. Abbiamo fatto, come consigliava anche la parrocchia, una festa calda e sobria (leggi: con pochi invitati e senza spendere un capitale tra location e catering).
Nonni, zii, cugini e un paio di coppie di amici più stretti.
A casa della nonna, abbiamo organizzato un aperitivo rinforzato, c'erano diverse prelibatezze, hanno contribuito le mamme, portando i loro piatti più forti.
Grazie a Rose per la torta salata spinaci e salsiccia, la torta salata formaggio e prosciutto cotto, il roastbeef , il salame di cioccolato e i cannoli con la crema pasticcera.

Grazie anche per le bellissime bomboniere.
Grazie a Mariarosa per la super-caponata.
Grazie a Carla per l'insalata russa, le uova sode ripiene e la torta cioccolato e pere.
Grazie alla mia mamma per la torta salata carciofi e provola affumicata, i panini al latte imbottiti, il tiramisù. Grazie anche per l'allestimento e l'ospitalità.
Ma la partecipazione di parenti e amici non riguarda solo i cibi e le bevande. Abbiamo avuto un fotografo speciale, un amico fraterno, che ha fatto da padrino a Ricky cinque anni fa e da testimone a mio marito.
 
Quindi grazie Luca per le foto.
Consiglio di chiedere a un amico (sempre che si disponga di un amico capace!) di immortalare certi momenti. Solo chi ti vuole bene e si sente coinvolto può davvero cogliere gli attimi e i sorrisi più belli. Non me ne vogliano i fotografi, non li voglio sabotare!
Ultimo ma non meno importante: un grande grazie al nostro mitico Don Eugenio Dalla Libera. Non ci sono parole, ogni volta sa farci sorridere ed emozionare. E poi gli piacciono gli applausi!

Fred Chesneau


Quest'uomo riesce a farmi venire l'acquolina in bocca anche se tra gli ingredienti che usa per preparare piatti esotici ci sono spesso cavallette e arbusti. Prima che si chiuda la trasmissione, sono già in cucina con la testa sul fondo della dispensa per cercare tra spezie e bustine-souvenir qualcosa di strambo per interpretare un piatto appena visto preparare dal 'Cuoco vagabondo'.
Anche se cucina in ciotole improvvisate in tronchi di palma, per terra o sul legno di un pontile.
Che dire del fatto che fa la spesa in canoa, è sempre abbronzato e in forma, indossa perennemente scarpe aperte?
L'assenza di sostanze sintetiche o conservanti o sublimanti di sapore nei cibi che ogni luogo offre fanno probabilmente la differenza. Solo fatto che riesca a comunicare con qualsiasi popolazione del Globo Terrestre tramite il cibo è straordinario.
Il cibo è uno dei linguaggi più espressivi.
Mai pensare 'chi se ne importa del cibo'. Il cibo è importante, il che non significa che deve essere complicato, abbonndante o costoso.
La scelta del cibo non è cosa da poco.
Facciamo caso al fatto che l'uomo è l'unico essere vivente che non consuma (tutto) il cibo così come gli si presenta? Lo modifica nella consistenza, forma e dimensione, lo scalda, lo ghiaccia, lo mischia ad altri cibi.
Ogni piatto cucinato esprime qualcosa di chi lo cucina, ma non solo, chi cucina per qualcuno in realtà gli sta comunicando qualcosa.
Sin dall'antichità l'atto di nutrirsi rappresentava un rapporto con i doni della Madre Terra. I principali alimenti trasformati in pane e vino hanno tutt'oggi un potere simbolico, sacro e propiziatorio. Pane e vino simboleggiano nel Cristianesimo il corpo e il sangue di Cristo.
Da neonati il primo modo di relazionarci a nostra madre è legato al nutrimento. Quando una mamma non sa come intepretare il pianto del proprio bambino in modo istintivo lo attacca al seno, e questo pare spieghi perchè mangiamo quando ci sentiamo a disagio. Il cibo colma i nostri bisogni di diversa natura, non solo la fame.
Chi da ragazzino non ha 'meritato' un cibo in particolare? E' il caso del cibo-premio.
E chi non pensa a volte, in condizioni di stanchezza fisica o mentale, di avere bisogno di un determinato cibo? Ecco che il nutrimento si fa cibo-energia.
Crescendo sviluppiamo gusti specifici. Chi predilige i cibi dolci avrebbe lacune emotive, desiderio di tornare all'infanzia, in qualche modo rifiuta di crescere, prendersi delle responsabilità. Chi ama i cibi salati ha 'voglia di andare' di diventare indipendente, di lasciare il nido.
Anche altri aspetti del cibo hanno significati specifici: il piccante per i curiosi, cibi poco trattati e naturali per chi ha bisogno di chiarezza, cibi di origine animale per chi ha un approccio fisico, per chi affronta la vita con forza.
Sono sicura che da oggi starò molto attenta a quello che inserirò nei menù per i miei ospiti. Non vorrei essere fraintesa..

giovedì 21 novembre 2013

Vento!

Oggi folate di vento.
Menomale che avevo l'ombrello, l'ho aperto anche se non pioveva perchè l'aria ghiacciata si portava via me e il piccoletto nel marsupio.
Con questo tempo ci si sbizzarrisce con i cappelli, io li adoro, danno un tocco così chic, a patto che non seguano assolutamente la moda del momento. Portare un cappello con un suo carattere fa la differenza.
Ce ne sono alcuni proprio bellissimi.
Questo è caldo, ripara le orecchie ed è molto spiritoso.
Per le giornate in cui ci si sente un po' catwoman o semplicemente un po' sornione.. di Tsumori Chisato.
Misticismo. A volte ci si alza un po' cardinali. Color del vino, di Oska.
Pensato per i bimbi, ma da copiare anche in versione adulta. Con un po' di manualità e un pezzo di feltro, si può aggiungere un tocco personale a un vecchio cappello un po' anonimo. Questo è di Petit Bazar.

Se son rose

Questo post non ha un titolo, lo deciderò alla fine.
Parto da una cosa che mi ha fatto riflettere e poi, come accade spesso nella vita, è venuta fuori in due o tre occasioni successive, come ci fosse un filo invisibile che tiene tutto collegato.
Lunedì sera sono venute a casa due persone, perchè per il battesimo di Giammarco (che sarà domenica prossima) il Don della nostra chiesa organizza una serie di incontri: a casa e non.
Una delle due persone ha fatto la recita delle mamme con me. L'altro era un sessantenne simpatico, con quattro figli e uno in affido.
Sono sincera quando dico che li ho accolti senza pregiudizi e che qualche anno fa avrei invece pensato 'ma devono venire per forza?'.
Abbiamo chiacchierato un po' dei bimbi, dei luoghi da cui proveniamo, di come ci troviamo in questa comunità.
Poi ci hanno spiegato qual'è lo scopo di questi incontri pre e post battesimo. Quando si è una coppia senza figli si frequentano amicizie datate, la compagnia degli anni del liceo o gli amici dell'università. Il gruppo è eterogeneo e le persone dislocate nei vari quartieri o paesi in cui si sono trasferiti da adulti.
Quando si inizia ad avere dei figli, non accadendo quasi mai contemporaneamente, le famiglie che si allargano vengono un po' isolate (è difficile organnizzare cene, week end fuori, cambiano orari ed esigenze) ed è abbastanza comune che si ritrovino sempre con i parenti, piuttosto che trovare nuove amicizie che vivono la stessa situazione. Di fatto, prima che si riprenda a frequentare i propri simili, passano tre anni, quando inizia la scuola materna. Per non lasciare che il giorno del battesimo sia l'unico in cui si incontrano coppie con bimbi piccoli, la parrocchia stabilisce dei momenti in cui si agevola la socializzazione tra le persone. Nello specifico, a metà Dicembre siamo stati invitati con le altre famiglie a una merenda all'oratorio. Trattandosi di un sacramento fondamentale va da se che il tutto avviene in un ambiente di Fede, prima di tutto.

In questo modo la comunità fa in grande quello che facciamo quando un amico si trasferisce vicino a noi: organizziamo una cena con un po' di amici e gli presentiamo delle persone. Poi se son rose..

lunedì 18 novembre 2013

Il giorno del ringraziamento

Negli Stati Uniti d'America il quarto giovedì di Novembre si festeggia il Giorno del Ringraziamento.
E' nato come festività religiosa a fine '500, per ringraziare il Signore per la protezione data al gruppo di Padri Pellegrini che seguì un esploratore inglese che attraversò gli oceani per raggiungere il Nuovo Continente.
Da tradizione, il menù del Thanksgiving Day porta in tavola il tacchino ripieno e le patate dolci.
I Padri Pellegrini avevano portato con loro alcune semenze, ma solo i Nativi Americani seppero consigliare cosa poteva crescere e vivere nel loro territorio.
In poche parole, i Padri Pellegrini si impiantarono ed espansero velocemente grazie ai consigli e all'accoglienza dei Nativi Americani. Che però non vennero ringraziati, ma rasi al suolo.
Alla faccia del Ringraziamento. Vien da dire.
Quest'anno il giorno esatto è il 28 novembre, se vi piacciono gli sbattimenti apocalittici, ecco la ricetta tradizionale per preparare il tacchino ripieno (il tacchino è un altro che, come i Nativi Americani, non è stato trattato troppo bene).
Ingredienti per il ripieno (le quantità variano a seconda della grandezza del tacchino, qui sono indicate per un tacchino di circa 9kg)
200 g burro
100 g di sedano tritato
100 g di cipolla tritata
10-15 fette di pane bianco, senza crosta e tagliate a cubetti
Un cespo di foglie di salvia, sminuzzate
1 cucchiaio di salvia in polvere
Sale e pepe qb
1 tacchino, possibilmente free range di 9-10 kg, pulito ed eviscerato
Preparazione del ripieno
Tostate i cubetti di pane in una teglia, senza farli annerire, devono solo seccare.
Preparate un battuto con il sedano e la cipolla e fatelo dorare nel burro, allungando con un mestolo di brodo vegetale se dovesse caramellare troppo. Aggiungete il mix di salvia e spezie, e i cubetti di pane tostato, mescolando bene per ottenere un insieme uniforme, con il pane ben imbevuto di battuto. Coprite e lasciate riposare mentre preparate il tacchino.
Rimuovete eventuali residui di piume con le pinzette o bruciandoli sulla fiamma. Lavate poi il tacchino sotto l’acqua corrente, e asciugatelo bene, anche all’interno. Assicuratevi che le interiora e il collo siano stati rimossi. Potete sempre usarli per un sughetto o il brodo in un secondo tempo.
Prendete il ripieno a grandi manciate e cominciate a riempire entrambe le cavità del tacchino, deve essere pieno fino all’esplosione. Se non basta il ripieno, preparatene dell’altro: il tacchino deve essere completamente riempito, non ci devono essere parti vuote dentro.
È importante chiudere le cavità del tacchino ripieno sigillandole bene. Adoperare dei ferretti di acciaio che poi uso come passanti per un laccio di spago doppio. C’è chi invece si arma di ago da 12 e filo di nylon. La chiusura “ermetica” fa si che il ripieno non si secchi e invece goda dei succhi e grassi di cottura del tacchino. Meglio legare insieme anche le cosce del tacchino, che per il peso durante la cottura tendono ad allargarsi strappando la pelle.
Cottura
Pre-scaldate il forno a 200°
Compito dei lavoratori di concetto della famiglia è creare un foglio di alluminio grande abbastanza da poter contenere l’intero bestione. Con un abile gioco di pieghe e attenti raccordi la cosa si può fare.
Appoggiate delicatamente il patchwork di alluminio sulla teglia da forno, adagiatevi sopra il tacchino farcito e chiudete attentamente il “cartoccio.”
Sempre a seconda del peso, cuocete in forno per 3-4 ore resistendo alla tentazione di aprire il pacchetto e sbirciarvi dentro. Per controllare la cottura del tacchino, infilatevi un guantone da forno e tastate la coscia, se è tenera, è pronto.
Scartate accuratamente il tacchino senza disperderne i succhi, e ri-infornate per 15-30 minuti. Questa fase termina la cottura e crea la bellissima doratura, è quindi importante irrorare il tacchino con frequenti doccette coi suoi succhi.
Lasciate riposare il tacchino del Thanksgiving almeno 30 minuti prima di servirlo. È bene affettarlo partendo dalla coscia e allargando le fette ad includere il petto. Le porzioni prevedono sia carne bianca che quella della coscia e dell’anca più scure, accompagnate dall’immancabile marmellata di cranberry (mirtillo palustre americano) e il ripieno che si scava da dentro il tacchino a grandi cucchiaiate.
Tutto liberamente tratto dal post di Eleonora Baldwin, su Cibando.com.

sabato 16 novembre 2013

Col nano nel marsupio

Ci ho messo un po' a decidermi.
Lo vedevo li, appeso nell'armadio all'ingresso, prestato da un'amica olandese al terzo figlio.
Lo metto o non lo metto?
Il piccolo è troppo piccolo?
Come reagirà?
Per non parlare delle voci che girano su incidenti più o meno domestici, o di bimbi che non accettavano più di 'scendere'.
Alla fine mi sono trovata nelle condizioni di provarlo: cinque minuti all'uscita di scuola di Ricky, diluvio universale in corso.
La trovo una soluzione ottima, in certi casi.
Da non usare mai quando si deve fare molta strada, comunque il peso non è indifferente e sul lungo il rischio di inciampare aumenta. Mai per fare la spesa settimanale, è vero che le mani sono libere, ma con le borse ci si piega, si è in disequilibrio..
Attenzione a tutte le porte e i portelloni: da quella dell'armadio a quella del baule della macchina, alla cler del box.
Perfetto per comprare il pane, fare un giro al mercato (non nella ressa, borse e ombrelli potrebbero urtare il piccolo) o guardare le vetrine in centro.
Occhio però se ci si ferma a bere un caffè: bere sempre tutto (caldo o freddo) girati da una parte: se accidentalmente si venisse urtati, al piccoletto non cadrebbe in testa nulla. Stesso discorso se dobbiamo chinarci a raccogliere qualcosa: attenzione a ripiani, scrivanie, banconi. Meglio prendere tutto 'di lato' e accovacciandosi sulle gambe, con la schiena dritta.

giovedì 14 novembre 2013

Cose buone di Novembre

Mi piace il mese di Novembre.
E' gotico e piovoso, non è inflazionato come Dicembre con le sue mille ricorrenze, non è insipido come Ottobre. Oggi piove, ma il sole di questi ultimi giorni ci ha regalato colori stupendi: tramonti e foglie sui prati.
Contro la malinconia che assale quando si fa buio presto, i nuovi bastoni di cioccolato ripieno di Lindt della linea 'nice to sweet you'.
Quattro gusti golosissimi, il mio preferito? Decisamente cookies&cream.
Dal dolce al salato.
Da provare i sali speciali come quello rosso delle Hawaii (con argilla) e quello nero di Cipro (con carboni attivi). Fantastici sul carpaccio di pesce: nero sul salmone e rosso sul branzino. Prima fate marinare con olio e limone per un'ora in frigorifero e poi cospargete con un po' di sale appena macinato (non troppo, il pesce è già salato). Piatto squisito, leggero, très chic.

martedì 12 novembre 2013

Ho trovato il fondotinta perfetto!

Premessa: per me il termine 'fondotinta' ha sempre avuto un'accezione negativa.
Un 'cerone' visibilissimo che copre come una pellicola porosa la pelle e crea un fastidioso stacco con il collo.
Certo, molto dipende dalla pelle, se è liscia e regolare rimane solo l'effetto finto.
Io ero quella a cui in settembre si chiedeva 'ma tu non sei andata al mare?'.
Rispondevo con improvvisato mistero 'io non prendo il sole', senza sapere che anni dopo ne sarei stata davvero soddisfatta. Però non ho più vent'anni e non giro più vestita da vampira.. la pelle non ha un colorito chiaro e uniforme e le nottate in bianco si vedono benissimo.
Saltuariamente ho provato e immediatamente abbandonato diversi tipi di fondotinta (costosissimi, perchè le porcherie sulla pelle non me le metto) che nel tempo promettono risultati magnifici.
Ammetto che oggi le nuance sono meno impietose, prima si poteva scegliere tra tre colori: rosa-plastica-di-Barbie, giallo-risotto-allo-zafferano, arancione-tagliolini-all'astice.
Ma al di la della resa cromatica dei nuovi prodotti e dell'innegabile uniformità c'è un difetto che ancora non tollero: la sensazione di tempera che ti si asciuga sulla faccia e la pelle che 'tira'.
Poi la mia mamma mi ha fatto provare un prodotto della linea cosmetica Kiotis, dal suo catalogo Stanhome.
Come incaricata Stanhome partecipa ai meeting e ai tutorial per il trucco.
Il fondotinta, che protegge dal sole, dal freddo e dal vento e idrata, si stende dopo una crema viso fluida e non troppo unta (io non abbandono mai la mia Créme Essentielle di Kiotis: non ha rivali).
Non si stende con le dita, ma usando un dischetto di cotone inumidito con gocce di acqua fredda.
Si parte da alcuni punti precisi e si sfuma verso l'esterno (attaccatura capelli, orecchie, collo).
Il colore non si sceglie stendendolo sul polso, perchè il colore del polso non è il colore del viso e del collo, quindi si prova mettendolo sull'osso della mandibola e guardando attentamente l'effetto, il contrasto, lo stacco.
Il fondotinta Kiotis non tira, la sfumatura è perfetta e quando l'acqua si asciuga la pelle appare subito più tonica, è l'effetto del fresco. Una volta si immergeva il viso nell'acqua fredda per dare subito un effetto sano e uniforme alla pelle.
Quando il fondotinta è asciutto, in pochi istanti, si può dare un velo di cipria chiara sopra le palpebre, in mezzo alle sopracciglia e sul mento (i così detti 'punti luce') e poi, se la si usa, procedere ad applicare poca terra sugli zigomi.
Io l'ho provato e lo sto usando. Secondo me è miracoloso. Assolutamente consigliato!



venerdì 8 novembre 2013

Monza: un locale appena aperto, un altro che dovrebbe chiudere

Questo week end piove. Quindi piacerà intrattenersi in un luogo chiuso, con grandi vetrine sulla strada, l'atmosfera intima, un croissant delizioso e una tazza di caffè fumante.
Se mi posso permettere, vi consiglio il croissant al pistacchio da Per Te Store Monza.
Avete presente il negozio di abiti da sposa Novia in Vittorio Emanuele? Di fronte, all'angolo opposto.
Si fa colazione (squisita) si mangia (non ancora provato ma sembra tutto buono e sano) si comprano conserve particolari, filoni di pane casereccio.
Mercoledì sono entrata e me ne sono innamorata, letteralmente. Anche Giammarco ha gradito, è rimasto pacificamente addormentato nel suo passeggino mentre mi gustavo la delizia al pistacchio.
Un particolare che mi ha conquistata: le sedie tutte diverse, da quelle retrò con l'imbottitura in velluto fiorato a quelle in legno della nonna, oppure industriali in metallo.
Bello anche l'effetto degli scaffali-cantina che coprono la grande parete.
Andateci e fatemi sapere.

Non si smentisce mai Tea Rose, che affaccia su Piazza Duomo e Via Carlo Alberto. Costosissimo (senza motivo, le colazioni 'continentali' sono misere e mancano di originalità) e mal gestito. Il genere di locale brianzolo travestito da lounge stiloso, che tiene liberi i tavoli più esposti per mettere in vetrina i clienti che reputa più cool, così se ci vai vestito normalmente o se non fai tendenza, ti mettono in un angolo anche se il resto del locale è deserto. Si vede che i soldi sono diversi.
Non mi piace. Per quanto mi riguarda può anche chiudere.

Chi è Valentina Rosselli?


E' nata grazie alla passione del suo autore per Louise Brooks. Che tra l'altro non aveva ancora visto nessuna delle sue interpretazioni quando si fece ispirare, alcuni film dopo trovó l'indirizzo dell'attrice degli anni '30, che abitava vicino a New York.L'autore le mandó un suo libro a fumetti, che l'attrice non comprese, scritto in italiano. Sembra che la Brooks chiese all'editore di inviarle la copia in inglese. 
L'autore è Crepax, e la sua creatura è Valentina, all'anagrafe Valentina Rosselli, classe 1965.

Il caso vuole che la moglie di Crepax si chiamasse Luisa (la versione italiana di Louise). La moglie donó a Valentina diverse caratteristiche, a un certo punto si taglió i capelli nello stesso modo, riproducendo il famoso caschetto.
Guido e Luisa hanno messo al mondo due figli, Antonio e Caterina, che oggi dichiarano di aver vissuto in un mondo alternativo, divertente, a tratti schizofrenico.
Valentina è rivoluzionaria e femminista, emancipata fotografa con una bellezza prorompente, importante. Crepax la disegna strabordante di erotismo, un'icona psichedelica degli anni '60.
Crepax fu il primo a dare sessualità a un fumetto, ma diede a Valentina persino un cognome, una carta d'identità. Infatti il tempo passa anche per lei.
Curioso, ha una versione bambina e una versione anziana. Non capita quasi mai che un personaggio cresca, invecchi.
Crepax muore nel 2003. Figlio dell'allora primo violoncellista alla Scala di Milano, studia architettura e lavora nella pubblicità. Sue le copertine di molti LP, tra cui, non tutti lo sanno, quella di Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno.
Il primo episodio dei trenta complessivi (raccolti in sette volumi) si intitola 'la curva di Lesmo' e, si, è riferito all'Autodromo di Monza.
Le vicende di Valentina si chiudono definitivamente nel 1995.
Personaggio di moda, icona di femminilità, emancipazione ed erotismo, Valentina viene riprodotta su molti oggetti, dalle scatole per le sigarette ai mobiletti alle testate dei letti matrimoniali.
Il tavolino-contenitore di Designbuzz è un'idea intelligente per metterci i telecomandi di televisione, stereo e altro che a casa mia sono costantemente dispersi!

TRE consigli tre

COME A VAPORE
se dovete togliere impronte unte su porte, antine, finestre, etc. (non sarò l'unica con il figlio che mangia la focaccia e poi tocca tutto, no?) bagnate una spugna o un asciugamano, lo strizzate e lo mettete nel microonde per un minuto, a una potenza elevata. Indossate i guanti perchè altrimenti vi ustionate e passate lo straccio umido bollente sulla superficie da sgrassare. In un nanosecondo sparisce qualsiasi impronta!

IL VOSTRO PROFUMO IN CASA
spruzzate un po' del profumo che preferite, se è un'essenza oleosa ancora meglio, su un fazzolettino in carta o un pezzo di panno in TNT, lo aspirate con l'aspirapolvere e sentirete che ogni volta che passate i pavimenti, dalla presa d'aria uscirà un buon profumo, che rimarrà in casa per un po'. L'essenza oleosa dura qualche passaggio in più.

I PIEDI CON LE MANI
se non avete molto tempo per la pedicure e la manicure, è importante comunque mantenere mani e piedi pulti e idratati (le estremità si seccano e al di la del fattore estetico, si deve preservare l'integrità della pelle, il tatto, la sensibilità, il sostegno e la presa sono fondamentali) quindi prendiamo due piccioni con una fava: acqua calda nel catino, bicarbonato, poco olio e sale nelle mani, intando che si massaggiano i piedi, fino alle caviglie, ci si massaggia anche le mani, palmo e dorso. Poi si sciacqua ma senza sapone così non serve passare la crema.
Una goccia di olio essenziale lascia la pelle delicatamente profumata.

giovedì 7 novembre 2013

Recuperare il pane raffermo

Buttare il pane si sa, è peccato mortale.
Lo si può utilizzare per preparare le polpette, ammollandolo nel latte. Lo si può grattugiare per usarlo come panatura (consiglio: unitelo a mandorle e rosmarino, anche la fettina più insipida sarà una delizia!). Lo si può usare, sottoforma di mollica, per preparare gli gnocchetti pugliesi.
Ecco cosa serve: 300 gr di pane raffermo da spezzettare in mollichine abbastanza fini, 200 gr di olive nere denocciolate e sminuzzate, 1 uovo, un po' di farina per 'asciugare' il composto e non far attaccare tra loro gli gnocchetti.
Si impasta tutto insieme e si lascia riposare il composto in frigorifero per almeno un'ora. Dopodichè si fanno delle piccole palline, di dimensioni simili a quelle degli gnocchi di patate. Si cuociono per tre o quattro minuti in acqua salata bollente. Attenzione a scolarli bene.
Il condimento ideale è anche il più semplice: pomodoro fresco, olio, cipolla e basilico. Appena scottati.
E' un piatto molto nutriente e soprattutto permette di recuperare una certa quantità di pane raffermo, magari avanzato da una cena.

mercoledì 6 novembre 2013

Un'altra serie, Michael!

Io con Casa Keaton ci ho passato innumerevoli dopo pranzo, tornata a casa da scuola, ero alle medie.
Alex Keaton era bello, ironico, sicuro di se: irresistibile.
Nel 2000 J.Fox ha lasciato lo spettacolo. Si é ammalato. Morbo di Parkinson.
Oggi replica: "non me ne sono mai andato da nessuna parte".
Torna sul piccolo schermo USA con The Michael J.Fox Show - Back to work, mettendo letteralmente il Morbo di Parkinson in prima serata. Nella serie, in cui interpreta un ex giornalista con la terribile malattia che riprende il suo lavoro dopo una lunga assenza, ci sono anche le testimonianze della sua famiglia, a volte ironiche, a volte meno. La sua storia, con qualche piccola modifica.
Pare che l'ironia e il cinismo che ci si aspetta da lui non siano esattamente all'altezza.
Aspettiamo che lo trasmettano sulle nostre tv e stiamo a vedere.
Per ora, chapeau!

Mi pareva strano..

Seguito del mio post del 18 ottobre scorso..
La nostra eroica neo-mamma si è assentata dal programma cui si era precipitata praticamente in veste ospedaliera.
Causa dell'assenza: un po' di influenza.
Si, certo.
Passano una decina di giorni (caspita, che influenza!) e sul gossip (pilotato da un ufficio stampa davvero poco originale) escono delle foto 'rubate' della coppia in giro con la carrozzina che sorridono, coccolano la piccolina (che mentre si girano le puntate è dietro le quinte con papà e tate, che c'e' di strano?) e si baciano teneramente o scontatamente. Come preferite.
Mossa prevedibile di un personaggio encefalo-privo.
L'unica cosa che vien da dire è "povera Sole' se chi ben comincia è a metà dell'opera, non sei messa tanto bene".
Per la cronaca: intanto la sudamericana tanto temuta sta guadagnando terreno giorno dopo giorno. Sud America batte Svizzera. Non c'e' (mai stata) speranza.
Santiago, tu sei un bimbo fortunato!

martedì 5 novembre 2013

Tempo

'Il tempo è dalla mia parte' cantavano i Rolling Stones, a metà tra una cantilena e un mantra.
La mitica canzone venne registrata nel novembre del 1964.
Il termine 'tempo' mi fa venire in mente un'altra canzone, di Prince, il cui videoclip ricordo essermi sembrato moderno e tecnologico, quando uscì.
Rivederlo adesso fa tutt'altro effetto.
Tempo, come quello scandito dal ticchettio degli orologi.
Non ho mai apprezzato più di tanto l'orologio come accessorio, non l'ho mai portato e leggo le ore sul cellulare, sul microonde, sul cruscotto della macchina.
C'è gente che senza orologio non riesce a stare, io mi sento persa se salgo su un'automobile dove le ore non sono in bella vista sopra la radio, cifre digitali luminose e immediatamente riconoscibili.
Però c'è un però: l'orologio nelle versioni doppio cinturino in cuoio mi piace davvero molto.


Si trovano su Etsy, Guess e Tokobay. Forse non lo userei per guardare l'ora, ma lo trovo perfetto al polso se abbinato alle camicie in flanella tipo plaid che si usano quest'anno.

Queste sono, nell'ordine, di Ralph Lauren e di Asos. Fantastiche, fanno tanto donna della guardia forestale..
Se l'effetto boscaiolo non convince, sono stilose se portate aperte davanti, con sotto una t-shirt in nuance e chiuse da una cinturina lunga e sottile in cuoio.