Possiamo prendere decisioni diverse nella vita: sposarci, rimanere soli, collezionare amori e amanti, avere figli o innamorarci di qualcuno che non può avere figli o non poterne avere noi stessi.
Qualsiasi decisione prendiamo nella nostra vita, qualsiasi sia il numero di volte in cui decidiamo di cambiare rotta (e visto che c'è una vita soltanto: se una cosa non ci sta bene cambiamola perchè poi non c'è tempo!) la certezza è che siamo figli di qualcuno. Tutti.
Ricky ha subìto un cambiamento radicale nell'ultimo anno, è arrivato un fratello e sta ancora facendo i conti con questo.
Mi hanno detto che il fratello maggiore (me lo hanno detto i fratelli maggiori, perchè anche io sono una secondogenita e l'ho solo vissuto dal mio punto di vista) deve lottare per ogni cosa, e anche se è una testa calda sente il peso dell'essere quello che ci deve arrivare prima, che deve dare il buon esempio.
Ecco. Io questo a Ricky vorrei evitarlo.
Vorrei che crescesse sapendo che sono consapevole che lui non è 'roba mia' e che non perdo tempo a cercare di dargli la mia visione delle cose perchè tanto nessuno di noi è il figlio che i propri genitori credono di avere.
E chi ha tentato di esserlo ne ha pagato le conseguenze, non c'è una cosa peggiore di cercare di essere diversi da quello che si è in realtà. E si è sempre diversi da come ci vorrebero una madre e un padre.
Tutto viene malissimo, la vita stessa si vive come una gabbia soffocante, la frustrazione annienta il carattere, l'entusiasmo.
Dobbiamo seguire quello che sentiamo essere giusto per noi. L'unica cosa cui dobbiamo sempre fare attenzione è che questo sia meno invasivo e offensivo possibile per le persone che amiamo. Per questo è fondamentale scegliere davvero le persone che vogliamo avere vicino, perchè se un giorno si dovrà fare una piccola rinuncia, in fondo al cuore penseremo 'ok, non fa parte del mio essere, ma per questa persona posso fare un'eccezione'.
E un'eccezione deve rimanere.
Ho sempre scherzato sul fatto di non essere votata al sacrificio. Certo, vi chiederete: e chi lo è?
Tanti. Tantissimi. Tutti quelli che sono insoddisfatti, che difendono la propria posizione di vittima anche se la soluzione è li a un passo. Tutti quelli che dicono di avere mille sogni e non muovono un dito per realizzarne uno. Tutti quelli che quando gli chiedi come stanno ti rispondono 'benino' anche se continuano ad affermare che chi non si accontenta gode di più.
Tutti quelli che danno da sempre la colpa agli altri, al destino.
Quelli che 'io mi sono già messo in discussione, la colpa non è mia'.
Ci vuole coraggio per dire 'sto bene' perchè ti guardano tutti storto, come se fosse un peccato, un sacrilegio, un comportamento poco ortodosso, poco dignitoso.
Ognuno di noi ha la possibilità di crearsi la sua fonte (o le sue fonti) personale per essere felice. Ognuno di noi deve difenderla ad ogni costo perchè ci sono momenti nella vita in cui non basta essere mamma o papà, avere un gran lavoro, una casa stupenda, una forma perfetta.
Quando sento certi discorsi su come crescere i nostri figli, su come mantenere sotto controllo il proprio coniuge.. mi viene da ridere. Grazie a Dio esiste quella regola geniale chiamata 'libero arbìtrio', attenzione però: siamo liberi di scegliere, ma non siamo liberi dalle conseguenze delle nostre scelte.
Detto questo, che mondo sarebbe se tutti potessero controllare tutti?
E poi con che discriminante? Anzianità? Sesso? Posizione sociale?
Io guadagno più di te quindi posso conoscere ogni tuo lato e tenere nascosto qualcosa di me a te, ma non a chi gerarchicamente mi sta sopra?
Ci pensate?
Allora come si affrontano le liti, le ribellioni (sacrosante) dei figli?
Intanto ricordandosi che ci siamo ribellati anche noi e che è l'unico modo per tagliare il cordone ombellicale. Non si scappa.
Poi abbracciandioli e non sentendoci in colpa per gli errori passati o futuri.
Forse anche facendo sentire loro che ci siamo sempre ma che non tenteremo di forzare i loro segreti (perchè tanto non riusciremo mai a farlo).
Per gli abbracci sono a buon punto, per quanto riguarda gli errori.. chi vivrà vedrà.
Altra regola geniale, non credete?
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