Non sono una che fa controlli molto spesso.
Non faccio esami del sangue ogni sei mesi (ne ogni dodici, a dir la verità..) e un mese prima di iniziare i vari esami di questa seconda gravidanza ho fatto una visita ginecologica dopo anni passati senza aver fatto nessun controllo.
Sei anni fa avevo deciso di prendere una ginecologa, quando ero incinta di Ricky, mi avevano consigliato uno studio privato nel centro di Monza. Ogni visita mi costava 120,00 euro e almeno un'ora di attesa (anche se avevo un appuntamento fissato).
Sfortunatamente la mia ginecologa da dieci milioni di dollari a un certo punto mi ha comunicato che 'ci siamo fatte sfuggire l'ecografia morfologica'.
Io pago lei e la responsabilità è anche mia? Ho deciso che non mi avrebbe più rivista.
Altro giro, altra decisione. Questa volta vado in consultorio. Chiamo, mi fissano la prima visita. Mi assistono una ginecologa e un'ostetrica.
Mi accolgono e compilano una scheda che aggiornano ogni volta.
Mi chiedono se ho domande da fare, se ho dubbi, mi invitano a segnarmi tutto su un'agenda se mi vengono dubbi di qualsiasi genere.
Prendono peso e pressione sanguigna, mi fanno accomodare sul lettino, il tutto nella massima serenità.
Mi comunicano che prenderanno loro tutti gli appuntamenti per le ecografie di routine con l'ospedale, che mi riferiranno orari e date, dandomi un promemoria.
Mi regalano una graziosa cartelletta per la gravidanza in nylon con pratiche tasche in plastica trasparente interne dove conservare tutti gli esami, mano a mano che i mesi passano.
Mi informano che sono libera di scegliere l'ospedale il giorno stesso del parto, che non devo seguire necessariamente un altro corso pre-parto, mi informano che l'epidurale è un mio diritto per legge e che se la chiedo devono farmela.
Mi consigliano sull'integratore adatto e se uno mi ha dato problemi gastrici me ne consigliano un altro, dandomene una confezione in omaggio.
Mi preparano scrupolosamente di volta in volta le impegnative per fare gli esami del sangue necessari nei vari trimestri.
Il tutto completamente, assolutamente G-R-A-T-I-S.
Mi sono sentita accolta, seguita, sostenuta e coccolata da queste due donne cui non ho dato un centesimo.
Forse da qualche parte questo modo di lavorare è ritenuto normale, ma vista la mia esperienza precedente non lo è per niente. Conosco tante donne che scelgono di farsi seguire privatamente, quasi fosse una questione di élite: fa scena dire che si ha la ginecologa privata?
Non lo so, forse si pensa che se costa di più è più brava. Non confermo.
Per quanto mi riguarda il pubblico batte il privato su tutta la linea.
Consiglio caldamente, non solo per la gravidanza: nella sala d'attesa sono esposti programmi di ascolto per le neo mamme, gruppi guidati da nutrici per i problemi di allattamento, consulenti per questioni legate alla solitudine, al senso di vuoto, alla sessualità, alla perdita di qualcuno, a una separazione, all'incapacità di gestire le situazioni difficili..
C'è un mondo di persone che sono li per ascoltare. E' un'ottima notizia.
Barbie con la ginecologa (!) su Tuttogratis.
perchè ogni giorno che passa ed ogni cosa che accade mi convince sempre più: l'amore è l'unica via!
giovedì 28 febbraio 2013
mercoledì 27 febbraio 2013
Se i sogni son desideri..
Ho fatto bollire i chodi di garofano nell'acqua e ora si sente un buon profumino caldo e aromatico per casa.. profumino che si adatta perfettamente alle condizioni meteo: oggi fa freddo. Di nuovo. Ieri il sole ci ha illusi tutti, è arrivato scaldando l'aria nel dopo pranzo e se ne è andato.
Sogno ad occhi aperti.
Una bella giornata di inizio estate, non troppo calda, una delle prime giornate in cui ci si mette il costume e ci si gode il sole. Un molo sul mare, qualche chiacchiera con lo sguardo verso l'orizzonte.
Ecco dove vorrei essere adesso.
Oppure esageriamo -tanto sognare non costa nulla- su una spiaggia dei Caraibi. Una di quelle grandi distese di sabbia bianca con i capanni che vendono ammenicoli fatti a mano, cocco a pezzi, spremute di ananas fresco.
Stare sempre a piedi nudi: il massimo della libertà, per me. Pochi vestiti, niente calze, niente scarpe.
Mi viene in mente un viaggio fatto vent'anni fa, a St. Thomas, nelle Isole Vergini Britanniche. Ragazzi che paradiso, che vacanza da urlo.
Io e la mia migliore amica, adolescenti, su un'isola da urlo, con la testa piena di musica, sogni e leggerezza.
Sogno ad occhi aperti.
Una bella giornata di inizio estate, non troppo calda, una delle prime giornate in cui ci si mette il costume e ci si gode il sole. Un molo sul mare, qualche chiacchiera con lo sguardo verso l'orizzonte.
Ecco dove vorrei essere adesso.
Oppure esageriamo -tanto sognare non costa nulla- su una spiaggia dei Caraibi. Una di quelle grandi distese di sabbia bianca con i capanni che vendono ammenicoli fatti a mano, cocco a pezzi, spremute di ananas fresco.
Stare sempre a piedi nudi: il massimo della libertà, per me. Pochi vestiti, niente calze, niente scarpe.
Mi viene in mente un viaggio fatto vent'anni fa, a St. Thomas, nelle Isole Vergini Britanniche. Ragazzi che paradiso, che vacanza da urlo.
Io e la mia migliore amica, adolescenti, su un'isola da urlo, con la testa piena di musica, sogni e leggerezza.
martedì 26 febbraio 2013
Previsioni del tempo
Oggi c'è finalmente il sole.
Dopo sei giorni di acqua e neve, nonostante la temperatura sia ancora bassa, la luce fuori è accecante.
Sei giorni in cui sono stata un po' segregata in casa, a causa dell'influenza di Riccardo. Oggi sta meglio, vediamo se si fa un giorno intero senza febbre, ha bisogno di recuperare: sono passate le nove e continua a dormire profondamente.
Ho voglia di fiori e di vestiti un po' più leggeri.
Il meteo dice che la tregua durerà solo oggi, domani e dopo sarà ancora grigio e nuvoloso, ma le temperature un po' più alte.
Carine queste carte illustrate delle previsioni del tempo, molto vintage!
Si possono acquistare su 123RF.
Venerdì primo marzo ci sarà il sole, poi sabato e domenica di nuovo grigio.
Ma.. marzo non è il mese in cui inizia la primavera???
Dopo sei giorni di acqua e neve, nonostante la temperatura sia ancora bassa, la luce fuori è accecante.
Sei giorni in cui sono stata un po' segregata in casa, a causa dell'influenza di Riccardo. Oggi sta meglio, vediamo se si fa un giorno intero senza febbre, ha bisogno di recuperare: sono passate le nove e continua a dormire profondamente.
Ho voglia di fiori e di vestiti un po' più leggeri.
Il meteo dice che la tregua durerà solo oggi, domani e dopo sarà ancora grigio e nuvoloso, ma le temperature un po' più alte.
Si possono acquistare su 123RF.
Venerdì primo marzo ci sarà il sole, poi sabato e domenica di nuovo grigio.
Ma.. marzo non è il mese in cui inizia la primavera???
giovedì 21 febbraio 2013
Pensieri in Quaresima: tentazioni, idee chiare e gratitudine
Gli anni, le esperienze, la maturità.
Inutile negarlo, ogni momento arricchisce il nostro sapere, la nostra bibilioteca personale, se sappiamo decifrarlo, interpretarlo, addirittura scopriamo che c'è un preciso significato a ciò che accade.
Non più di un paio di anni fa ho iniziato un percorso (che per me è molto connesso alla religione cristiana, ma non dico che è l'unico percorso possibile) scaturito da un evento di alcuni anni prima, l'ho capito dopo appunto.
In un momento molto intenso, nuovo della mia vita, è accaduta una cosa che mi ha letteralmente sconvolto l'esistenza.
Non è tanto cosa è accaduto (pochi amici intimi lo sanno) ma su cosa ha esercitato lo sconvolgimento.
Ero una bella ragazza, piena di vita e anche un po' presuntuosa, senza cattiveria, ma sapevo di piacere, di poter gestire a mio favore, se lo volevo, i rapporti con le persone, lavoro e amicizie. Sapevo essere convincente, seducente, avevo da poco passato i trent'anni, giovane ma consapevole. L'età perfetta, come ne La donna di trent'anni (Honoré de Balzac, 1842).
Sentivo che il mondo (il mio mondo, ovviamente) era nelle mie mani.
Poi un ostacolo e la prima cosa che penso è 'no, a me queste cose non possono succedere, le donne come me nella vita hanno solo belle famiglie, belle case, la palestra, un lavoro che piace, amici con cui divertirsi'.
La seconda cosa che penso è che devo reimpostare tutta la mia vita (la prospettiva che ne avevo) in base a questo accaduto.
Da padrona di tutto sono passata a vittima della mia vita.
Qualcuno (chi?) aveva scelto per me, che il momento in cui mi sentivo al top avrebbe dovuto coincidere con l'inizio del mio declino.
Qualcosa di 'alto' che mi diceva 'scusi, ci siamo sbagliati, le abbiamo dato una vita non sua, dovrebbe restituircela e prendersi questa. Spiacenti'.
Il fatto in se, che poi si è verificato un falso allarme, pur rimannedo una difficoltà oggettiva, non è una condanna a morte se la guardo con gli occhi di adesso.
Da scampata ma anche da chi ci è passato molto vicino.
Una persona mi è stata accanto (grazie L, ti voglio bene e ringrazio per averti nella mia vita), sopportando la mia iniziale collera e presunzione, dandomi dei semplici consigli su come vivere quell'esperienza, senza impormi il suo pensiero, dicendomi semplicemente 'se ti fa stare meglio, prega. Provaci, può aiutarti'.
Riluttante è un po' troppo, ma senza grandi convinzioni ho iniziato un dialogo intimo (non recitando preghiere) che giorno dopo giorno mi ha portato a scavare tante cose dentro di me, ad arrivare a dei bivi che mi mettevano in crisi e che cercavo di affrontare ma ero terrorizzata.
La fede mi ha sempre fatto prendere la direzione giusta.
Ogni giorno il dialogo si è fatto più fluido, più armonioso, la strada meno sterrata, ai bivi (provando incertezza) sapevo più o meno con che criterio fare le mie scelte.
Sbagliavo magari, ma poi mi veniva dato un segno, una seconda possibilità (cose che non sono mai evidenti, bisogna saperle sentire) e riuscivo a prendere la strada giusta.
Il percorso è stato lungo, fatto a volte di tratti a volte comodi, a volte meno.
Ci sono ancora, su quel percorso e continuo il mio cammino.
Incontro ancora i bivi e spesso mi fermo e vado in crisi perchè penso 'adesso dovrei affrontarli a occhi chiusi' e invece mi ritrovo come al primo bivio, due anni fa, non so cosa fare.
Poi vado in chiesa, ascolto l'omelia e a volte sembra che il prete sappia esattamente a quale bivio mi trovo, esco dalla chiesa con la risposta che man mano si fa strada nel cuore.
L'attenzione verso il prossimo, l'educazione, il rispetto. Sono tutti concetti che sono passata dall'impormi al concedermi. Perchè sono il modo più semplice per vivere con le idee chiare, per essere sicura che la mia scelta è giusta, non parlo di arroganza o di presunzione, ma di consapevolezza che se commetto un errore, se saprò ascoltare, qualcosa me lo farà capire e avrò una seconda possibilità.
Non pensare di bastare a se stessi, non volere tutto subito, non farsi affascinare dagli idoli.
E ringraziare, ringraziare sempre per ogni cosa che ci viene concessa, anche la più piccola. Niente ci è dovuto, niente ci appartiene, niente rimarrà nostro per sempre.
Inutile negarlo, ogni momento arricchisce il nostro sapere, la nostra bibilioteca personale, se sappiamo decifrarlo, interpretarlo, addirittura scopriamo che c'è un preciso significato a ciò che accade.
Non più di un paio di anni fa ho iniziato un percorso (che per me è molto connesso alla religione cristiana, ma non dico che è l'unico percorso possibile) scaturito da un evento di alcuni anni prima, l'ho capito dopo appunto.
In un momento molto intenso, nuovo della mia vita, è accaduta una cosa che mi ha letteralmente sconvolto l'esistenza.
Non è tanto cosa è accaduto (pochi amici intimi lo sanno) ma su cosa ha esercitato lo sconvolgimento.
Ero una bella ragazza, piena di vita e anche un po' presuntuosa, senza cattiveria, ma sapevo di piacere, di poter gestire a mio favore, se lo volevo, i rapporti con le persone, lavoro e amicizie. Sapevo essere convincente, seducente, avevo da poco passato i trent'anni, giovane ma consapevole. L'età perfetta, come ne La donna di trent'anni (Honoré de Balzac, 1842).
Sentivo che il mondo (il mio mondo, ovviamente) era nelle mie mani.
Poi un ostacolo e la prima cosa che penso è 'no, a me queste cose non possono succedere, le donne come me nella vita hanno solo belle famiglie, belle case, la palestra, un lavoro che piace, amici con cui divertirsi'.
La seconda cosa che penso è che devo reimpostare tutta la mia vita (la prospettiva che ne avevo) in base a questo accaduto.
Da padrona di tutto sono passata a vittima della mia vita.
Qualcuno (chi?) aveva scelto per me, che il momento in cui mi sentivo al top avrebbe dovuto coincidere con l'inizio del mio declino.
Qualcosa di 'alto' che mi diceva 'scusi, ci siamo sbagliati, le abbiamo dato una vita non sua, dovrebbe restituircela e prendersi questa. Spiacenti'.
Il fatto in se, che poi si è verificato un falso allarme, pur rimannedo una difficoltà oggettiva, non è una condanna a morte se la guardo con gli occhi di adesso.
Da scampata ma anche da chi ci è passato molto vicino.
Una persona mi è stata accanto (grazie L, ti voglio bene e ringrazio per averti nella mia vita), sopportando la mia iniziale collera e presunzione, dandomi dei semplici consigli su come vivere quell'esperienza, senza impormi il suo pensiero, dicendomi semplicemente 'se ti fa stare meglio, prega. Provaci, può aiutarti'.
Riluttante è un po' troppo, ma senza grandi convinzioni ho iniziato un dialogo intimo (non recitando preghiere) che giorno dopo giorno mi ha portato a scavare tante cose dentro di me, ad arrivare a dei bivi che mi mettevano in crisi e che cercavo di affrontare ma ero terrorizzata.
La fede mi ha sempre fatto prendere la direzione giusta.
Ogni giorno il dialogo si è fatto più fluido, più armonioso, la strada meno sterrata, ai bivi (provando incertezza) sapevo più o meno con che criterio fare le mie scelte.
Sbagliavo magari, ma poi mi veniva dato un segno, una seconda possibilità (cose che non sono mai evidenti, bisogna saperle sentire) e riuscivo a prendere la strada giusta.
Il percorso è stato lungo, fatto a volte di tratti a volte comodi, a volte meno.
Ci sono ancora, su quel percorso e continuo il mio cammino.
Incontro ancora i bivi e spesso mi fermo e vado in crisi perchè penso 'adesso dovrei affrontarli a occhi chiusi' e invece mi ritrovo come al primo bivio, due anni fa, non so cosa fare.
Poi vado in chiesa, ascolto l'omelia e a volte sembra che il prete sappia esattamente a quale bivio mi trovo, esco dalla chiesa con la risposta che man mano si fa strada nel cuore.
L'attenzione verso il prossimo, l'educazione, il rispetto. Sono tutti concetti che sono passata dall'impormi al concedermi. Perchè sono il modo più semplice per vivere con le idee chiare, per essere sicura che la mia scelta è giusta, non parlo di arroganza o di presunzione, ma di consapevolezza che se commetto un errore, se saprò ascoltare, qualcosa me lo farà capire e avrò una seconda possibilità.
Non pensare di bastare a se stessi, non volere tutto subito, non farsi affascinare dagli idoli.
E ringraziare, ringraziare sempre per ogni cosa che ci viene concessa, anche la più piccola. Niente ci è dovuto, niente ci appartiene, niente rimarrà nostro per sempre.
martedì 19 febbraio 2013
Quando ero piccola
Mi è sempre piaciuto disegnare. Lo devo alla mia mamma, sono anche bravina.
Credo che riprenderò con la passione del disegno, perduta in anni di computer, maturità, impegni etc.
Mi darò del tempo e riprenderò a disegnare. Si. Magari cerco in biblioteca qualche libro per riprendere la mano, adoro i ritratti e adoro pastelli ed acquerelli.
Visto come vanno certi aspetti della mia vita professionale, la pausa forzata che mi trovo ad affrontare per motivi legati al lavoro ed anche alla vita, sarà una buona occasione per riprendere una vecchia passione, che coltivavo quando ero piccola.
Un'altra cosa che mi piaceva tanto era disegnare e ritagliare vestitini di carta per bambole di cartoncino. Che bellezza! Preparavo le mie donnine in varie posizioni, incollavo il foglio su un cartoncino e poi ritagliavo la sagoma. Su un altro foglio più leggero ricalcavo la sagoma con una matita, senza calcare, e li sopra ci disegnavo cappellini, foulards, top, gonnelline. Poi ritagliavo tutto avendo cura di mantenre le linguette da ripiegare dietro la sagoma in cartoncino.. passavo ore e ore a disegnare nuovi modelli, colorarli, cambiare gli abbinamenti.
Poi li riponevo in una busta, ma il divertimento consisteva nel farli, non tanto nel trovarli già fatti. Vecchie stupende passioni di un tempo che tutt'oggi mi fanno venire voglia di prendere carta, pastelli e forbici.
Ricky gradirebbe? Magari una versione da maschietto?
Credo che comunque preferisca l'album delle figurine dei cuccioli, se proprio deve trovare un'alternativa alle macchinine!
Credo che riprenderò con la passione del disegno, perduta in anni di computer, maturità, impegni etc.
Mi darò del tempo e riprenderò a disegnare. Si. Magari cerco in biblioteca qualche libro per riprendere la mano, adoro i ritratti e adoro pastelli ed acquerelli.
Visto come vanno certi aspetti della mia vita professionale, la pausa forzata che mi trovo ad affrontare per motivi legati al lavoro ed anche alla vita, sarà una buona occasione per riprendere una vecchia passione, che coltivavo quando ero piccola.
Un'altra cosa che mi piaceva tanto era disegnare e ritagliare vestitini di carta per bambole di cartoncino. Che bellezza! Preparavo le mie donnine in varie posizioni, incollavo il foglio su un cartoncino e poi ritagliavo la sagoma. Su un altro foglio più leggero ricalcavo la sagoma con una matita, senza calcare, e li sopra ci disegnavo cappellini, foulards, top, gonnelline. Poi ritagliavo tutto avendo cura di mantenre le linguette da ripiegare dietro la sagoma in cartoncino.. passavo ore e ore a disegnare nuovi modelli, colorarli, cambiare gli abbinamenti.
Poi li riponevo in una busta, ma il divertimento consisteva nel farli, non tanto nel trovarli già fatti. Vecchie stupende passioni di un tempo che tutt'oggi mi fanno venire voglia di prendere carta, pastelli e forbici.
Ricky gradirebbe? Magari una versione da maschietto?
Credo che comunque preferisca l'album delle figurine dei cuccioli, se proprio deve trovare un'alternativa alle macchinine!
Una giornata così (bellissima)
A volte capita di non essere in forma. A volte viene voglia di stare chiusi in casa, non leggere mail, ne rispondere al telefono. Addirittura di non accendere la televisione.
Non per questioni legate all'umore o alla depressione, ma perchè si vive una 'giornata così'.
Così come?
Così che non hai voglia di vestirti, il pigiama o la tuta ti danno conforto, insieme alla coperta ed ai cuscini sul divano.
Così che il rumore dell'acquario o dei passi di quelli di sopra ti bastano, creano un sottofondo perfetto.
Così che la luce della tarda mattinata è sufficiente, non serve illuminazione artificiale.
Così che se alzi la testa e guardi in un punto a caso della stanza, scopri dei particolari meravigliosi di cose che ti sono sempre state attorno: le venature delle gambe del tavolo, i nodi dell'impagliatura degli schienali delle sedie, il riflesso regolare sulle parti cromate delle gambe.
Come ci si sente in una giornata così? Indifesi? Non proprio, più che indifesi.. in un limbo.
Un limbo che oggi ti sospende nel tempo, che quasi ti giustifica dall'astensione a qualsiasi cosa, attività o pensiero, una giornata così è una non giornata, una pausa di 24 ore tra due giorni.
Domani si vedrà, è quasi scontato che tutto riprenderà come al solito, se ci saranno cambiamenti, anche quelli prima o poi acquisiranno la loro continuità, la loro abitudinarietà, divenendo presto familiari.
La relatività della vita è la sua stessa bellezza, ti da la certezza che comunque le cose accadono, che non serve correre o fermare il tempo (che tra l'altro è impossibile) ma che al contrario serve fermarsi a guardare una cosa che ci piace per il solo fatto che ci piace. Ascoltare un rumore abbassando la radio o la televisione, perchè quel rumore ci riempie le orecchie e diventa il rumore che abbiamo dentro. Non accendere le luci ma anzi, mantenerle discrete, così che il nostro occhio possa riposarsi, osservando quello che ci circonda. E quello che ci circonda non si senta sotto i riflettori ed essere semplicemente quello che è.
Non per questioni legate all'umore o alla depressione, ma perchè si vive una 'giornata così'.
Così come?
Così che non hai voglia di vestirti, il pigiama o la tuta ti danno conforto, insieme alla coperta ed ai cuscini sul divano.
Così che il rumore dell'acquario o dei passi di quelli di sopra ti bastano, creano un sottofondo perfetto.
Così che la luce della tarda mattinata è sufficiente, non serve illuminazione artificiale.
Così che se alzi la testa e guardi in un punto a caso della stanza, scopri dei particolari meravigliosi di cose che ti sono sempre state attorno: le venature delle gambe del tavolo, i nodi dell'impagliatura degli schienali delle sedie, il riflesso regolare sulle parti cromate delle gambe.
Come ci si sente in una giornata così? Indifesi? Non proprio, più che indifesi.. in un limbo.
Un limbo che oggi ti sospende nel tempo, che quasi ti giustifica dall'astensione a qualsiasi cosa, attività o pensiero, una giornata così è una non giornata, una pausa di 24 ore tra due giorni.
Domani si vedrà, è quasi scontato che tutto riprenderà come al solito, se ci saranno cambiamenti, anche quelli prima o poi acquisiranno la loro continuità, la loro abitudinarietà, divenendo presto familiari.
La relatività della vita è la sua stessa bellezza, ti da la certezza che comunque le cose accadono, che non serve correre o fermare il tempo (che tra l'altro è impossibile) ma che al contrario serve fermarsi a guardare una cosa che ci piace per il solo fatto che ci piace. Ascoltare un rumore abbassando la radio o la televisione, perchè quel rumore ci riempie le orecchie e diventa il rumore che abbiamo dentro. Non accendere le luci ma anzi, mantenerle discrete, così che il nostro occhio possa riposarsi, osservando quello che ci circonda. E quello che ci circonda non si senta sotto i riflettori ed essere semplicemente quello che è.
venerdì 15 febbraio 2013
San Valentino della mamma
E' propio vero: nessuno ti ama più della tua mamma.
Ieri sono stata a pranzo dai miei, in realtà sono passata da loro ma loro non c'erano, mi sono preparata un piatto di pasta (burro della fattoria e parmiggiano grattuggiato: la più semplice e la più buona!) prima di andare a un appuntamento.
La mamma, che sapeva sarei passata, mi ha preparato la tavola e sul piatto mi ha lasciato un pensiero per San Valentino: un fantastico porta yogurt con siberino incluso nel tappo ('siberino' è un termine tecnico che ho scoperto definisce i 'ghiaccioli per la borsa del ghiaccio' che si tengono nel freezer) per portare monoporzioni di yogurt, macedonia, insalata di riso in giro con se quando fa caldo.
E' adorabile il pensiero. E' utilissimo il regalo.
L'ho sempre detto io, che di mamma ce n'è una sola..
Ieri sono stata a pranzo dai miei, in realtà sono passata da loro ma loro non c'erano, mi sono preparata un piatto di pasta (burro della fattoria e parmiggiano grattuggiato: la più semplice e la più buona!) prima di andare a un appuntamento.
La mamma, che sapeva sarei passata, mi ha preparato la tavola e sul piatto mi ha lasciato un pensiero per San Valentino: un fantastico porta yogurt con siberino incluso nel tappo ('siberino' è un termine tecnico che ho scoperto definisce i 'ghiaccioli per la borsa del ghiaccio' che si tengono nel freezer) per portare monoporzioni di yogurt, macedonia, insalata di riso in giro con se quando fa caldo.
E' adorabile il pensiero. E' utilissimo il regalo.
L'ho sempre detto io, che di mamma ce n'è una sola..
mercoledì 6 febbraio 2013
Frittelle di carnevale
Le adoro. Si mangiano una volta all'anno, non saranno molto sane ma.. ce ne si può fare una ragione.
Burro, farina, uova, zucchero e lievito. Il gioco è fatto.
Preparare l'impasto non è difficile, bisogna aver cura di aggiungere le uova una per volta, amalgamandola bene man mano.
Indispensabile far riposare tutto per un'ora, sennó non fanno l'effetto 'palla' una volta nell'olio (tanto, caldissimo, fuoco lento).
Friggerle è un'impresa decisamente più eroica. Per un impasto da dieci uova ho iniziato a friggere alle 18.00 e ho terminato alle 21.00. Non male direi.
A metà dell'opera ho deciso di aggiungere all'impasto un paio di mele a pezzettini: squisite!
Un accorgimento importante: eliminare i filetti dello scarto dell'impasto dall'olio man mano che si mette a friggere l'impasto, la quantità che sta in un cucchiaino. Infatti se rimangono nell'olio bruciano e danno un cattivo sapore a tutte le altre frittelle.
Si tolgono dall'olio appena dorate, prima si asciugano con la carta assorbente e solo dopo si coprono di zucchero. Semolato (preferibile) o al velo, a seconda dei gusti personali.
Ottima ricompensa di tanta fatica!
Burro, farina, uova, zucchero e lievito. Il gioco è fatto.
Preparare l'impasto non è difficile, bisogna aver cura di aggiungere le uova una per volta, amalgamandola bene man mano.
Indispensabile far riposare tutto per un'ora, sennó non fanno l'effetto 'palla' una volta nell'olio (tanto, caldissimo, fuoco lento).
Friggerle è un'impresa decisamente più eroica. Per un impasto da dieci uova ho iniziato a friggere alle 18.00 e ho terminato alle 21.00. Non male direi.
A metà dell'opera ho deciso di aggiungere all'impasto un paio di mele a pezzettini: squisite!
Un accorgimento importante: eliminare i filetti dello scarto dell'impasto dall'olio man mano che si mette a friggere l'impasto, la quantità che sta in un cucchiaino. Infatti se rimangono nell'olio bruciano e danno un cattivo sapore a tutte le altre frittelle.
Si tolgono dall'olio appena dorate, prima si asciugano con la carta assorbente e solo dopo si coprono di zucchero. Semolato (preferibile) o al velo, a seconda dei gusti personali.
Ottima ricompensa di tanta fatica!
martedì 5 febbraio 2013
Un piatto goloso per stasera
Finalmente mi sta passando l'influenza. Che strage quest'anno. In casa se la sono passata più volte e alla fine l'ho presa anche io.
Ma va molto meglio.
Stasera voglio cucinare qualcosa di diverso e di goloso.
Inizio con i fagioli all'ucceletto (due grossi spicchi di aglio e un rametto di salvia rosolati nell'olio extravergine di oliva, una bottiglia di conserva di pomodoro a pezzettini e dopo quindici minuti un paio di scatole di fagiolini cannellini -se si hanno freschi e si riesce a metterli a bagno in tempo, sono più buoni- sale e pepe a piacere).
Accompagno con sfilatini alle olive e fette di pane casereccio raffermo, 'da inzuppare'.
Per renderli ancora più golosi arricchisco la ricetta originale della tradizione toscana con della salsiccetta a pezzettini, abbrustolita e fatta raffreddare a parte.
Che acquolina..
Ma va molto meglio.
Stasera voglio cucinare qualcosa di diverso e di goloso.
Inizio con i fagioli all'ucceletto (due grossi spicchi di aglio e un rametto di salvia rosolati nell'olio extravergine di oliva, una bottiglia di conserva di pomodoro a pezzettini e dopo quindici minuti un paio di scatole di fagiolini cannellini -se si hanno freschi e si riesce a metterli a bagno in tempo, sono più buoni- sale e pepe a piacere).
Accompagno con sfilatini alle olive e fette di pane casereccio raffermo, 'da inzuppare'.
Per renderli ancora più golosi arricchisco la ricetta originale della tradizione toscana con della salsiccetta a pezzettini, abbrustolita e fatta raffreddare a parte.
Che acquolina..
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