Ore 4.10 del mattino.Vista dal mio divano.
I due biscotti nella tazzina di latte freddo sono già nel mio stomaco.
Ho fatto un giro nella stanza di Ricky, che dorme beato con i suoi due Alfabot nuovi di zecca (lettere dell'alfabeto snodabili che si trasformano in piccoli robot diversi) accanto al cuscino.
Domani per lui sarà l'ultimo giorno di scuola materna. L'ultimo giorno dell'ultimo anno.
Poi da giovedì starà a casa con me, che ho degli esami da fare prima di partire.
Partire.
Tasto dolente quest'anno, la partenza. O forse è meglio dire la destinazione.
Cancellato (per ora) il viaggio in Costa Azzurra -troppo lontano per rimanere da sola all'ottavo mese di gravidanza, con un bimbo piccolo da gestire in spiaggia/doccia/casa/imprevisti in terra straniera- siamo tra la Riviera Romagnola (perfetta, ma impegna una coppia di amici avvisata veramente all'ultimo minuto che tra l'altro stanno organizzando un matrimonio per i primi di settembre) e la casa in montagna.
Quest'ultima non ha il mare, non è decisamente quel che avevamo in mente, ma è vicina, attrezzata e soprattutto non comporta il coinvolgimento di nessuno al di fuori di noi tre.
Perché dopo che per mesi mi sono organizzata questa vacanza, non ho considerato che il destino si sarebbe messi d'impegno contro di me! Ho imparato una lezione: si fa fatica a trovare la quadra con gli orari, gli impegni e le aspettative di tutti. Che i 'tutti' siano i genitori, non fa differenza!
Io non sono -di norma- il tipo che si organizza con troppo anticipo (anche se quest'anno avevo anticipato per tempo che alla fine della scuola sarei partita con Ricky, chiedendo disponibilità a mamma/suocera perché ci accompagnassero, visto che sarei partita all'ottavo mese) e i contrattempi dell'ultimo minuto -se più di uno- mi appaiono come veri e propri segni del destino.
Non mi voglio ostinare.
Mare, Francia, Romagna o montagna va bene tutto (a me come a Ricky, come a Mauro) ma a questo punto la scelta migliore è quella che risponde alla domanda: in quale caso ce la possiamo cavare anche io e Ricky da soli?
Mi viene in mente il capolavoro di Vasco Rossi, Brava Giulia: "non posso stare li, sempre a chieder come stai, a chieder sempre per favore mi dai..".
Bravo Vasco. E bravi noi, che ci accontentiamo (si fa per dire, so che è una fortuna) e siamo contenti comunque.
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