Un po' di egoismo ci vuole.
Non che non ne sia capace, però diciamo che la mia prima reazione a una situazione di stress altrui è 'come si potrebbe risolvere?'.
Mentre invece dovrebbe essere 'è altrui, appunto, quindi non mio'.
Saranno gli ormoni, il caldo, la gravidanza.. no. Non è vero. Rifaccio, daccapo.
Non ho sbalzi ormonali, non soffro eccessivamente il caldo, la gravidanza è bellissima.
Sono proprio gli altri (certi altri) che mi stressano.
Sono le cose cui penso se mi sveglio alle tre del mattino e non riesco più a dormire (che di per se non sarebbe un problema, perchè mi alzo e leggo e se è più tardi mi alzo e stiro, che mi rilassa) che mi stressano.
Oggi ho preso una decisione: condividere.
In realtà già lo faccio, ma con quell'anima pia di mio marito, che apparentemente sembra avere una pazienza e una sobrietà nelle risposte senza fine (prima o poi mi urlerà in faccia di smetterla e lo dichiaro da subito: avrà ragione).
Oggi ho condiviso con una delle persone che lo stressatore crede di tenere al riparo dai propri sfoghi. Così gli ho fatto scacco, o almeno spero.
La cosa dovrebbe essere: A non risolve, si sfoga con B per proteggere C.
Colpo di scena: B ne ha le tasche piene, chiama C e gli riferisce quel che gli ha detto A.
Così A la prossima volta ci pensa due volte a mettere addosso l'ansia a B. Che è anche incinta. Tra le altre cose.
Poi, se il problema che affligge A è vero, B e C uniscono le forze e si stancano di meno. Se il problema che affligge A è la solita menata, B se l'è levato di torno e lo ha sbolognato a C.
In ogni caso, B ha il tempo di farsi un giro al parco, togliersi le scarpe, e leggersi un libro in santa pace.
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