Adesso è realtà.
Scrivo dalla stanza numero 11, letto 27, al terzo piano del settore C dell'ospedale San Gerardo di Monza.
La mia vicina di letto non sta bene quindi siamo al buio.
Il mio cucciolo di poco più di due giorni è un fagottino arrotolato nel letto, di fianco a me.
C'e una culla qui ma non voglio che nulla ci divida.
Domani lasciamo questo mondo ovattato e caldo dove ci siamo guardati per la prima volta, il 23 agosto del 2013 alle 15.56.
Domani entriamo nel mondo reale dove non sarà tutto facile.
Peró una cosa la voglio dire: non avevo questo istinto di protezione, cura e dedizione con il mio piccolo Ricky, i primi giorni.
Io non sapevo nemmeno cosa fossero gli istinti di una madre perché non ero una madre. Ero una che aveva appena avuto un figlio.
Oggi sono una mamma che ha avuto un figlio e la parte di me che sarà ritenibile come una buona madre la devo solo a Riccardo.
Riccardo che si è beccato i miei errori, la mia presunzione, la fragilità, i dubbi e le incertezze.
Riccardo che ha incoraggiato ogni mio successo anche se era casuale.
Quindi amore mio, mio piccolo ometto che oggi sei un 'fratello maggiore' (ma per me sei comunque il mio piccolo) questa felicità è tutta per te e tutta merito tuo.
Io e papà non saremmo quel che siamo, se non ci fossi stato tu ad accompagnarci in questo viaggio che prosegue. Si, perché tu con i tuoi pochi giorni, poi mesi e poi anni, hai insegnato a questi adulti a diventare genitori.
Il grande sei tu Ricky.
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