In questi giorni il Royal Baby inglese, il piccolo George, partecipa al suo primo incontro ufficiale.
Non interessa a nessuno di che cosa si tratti. Magari è la raccolta fondi a favore di un'associazione che spaccia cocaina semiraffinata negli asili, ma no, la cosa importante è che il piccoletto indossa una tutina blu di Rachel Riley: che cita 'designer & luxury children' ..se volete comprarvela, accomodatevi ma il sito cercatevelo da soli.
Va detto: la tutina ha, ricamata sul petto, una barca a vela. Mica potevano mettergli su una tutina fatta a mano da artigiani dei paesi sottosviluppati e promuoverne nome/sito per favorirne l'e-commerce.
No, aiutiamo la Riley, che ha tutta l'aria di una poveretta che ne ha bisogno.
Tutina pulitissima. Le foto sono state tutte scattate tra i trenta secondi e i due minuti dopo l'arrivo del piccolo all'evento. Tutte quelle scattate dopo, non sono state autorizzate. Il piccolo ha viaggiato in limousine con scorta, con la testa fuori da un sacco della spazzatura che ha protetto la mise dai numerosi rigurgiti.
La mamma viaggiava separatamente perchè sennò le avrebbe rigurgitato sui capelli, strappato gli orecchini, causato una punta del naso rossa e piena di graffi (nella foto vediamo una carezza, ma sappiamo che da quelle dita grassocce e perennemente umidicce non si salverà nemmeno un capello).
Questo è il bello dei bambini.
Sono tutti meravigliosamente uguali.
Tutti perfetti. Se ne fregano delle apparenze che noi vogliamo salvare per loro.
Io ci sguazzo. Volete sapere quante volte mi sono sentita dire da amici: 'ma il gilet da piccolo rom fatto a mano glielo vogliamo togliere?' oppure appena arrivo dalle nonne: 'questa magliettina però in giro non gliela devi mettere'.
Decine, centinaia di volte.
Tra me e le amiche che escono con i figli immacolati c'è una sola differenza: il mio saluta già pieno di patacche, il loro si patacca dopo due minuti.
Io, almeno, vivo serenamente.
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