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lunedì 3 dicembre 2012

Performance art e candid camera

Perchè ci commoviamo davanti a una persona che ci guarda, fissandoci?
Al MoMA di New York Marina Abramovich ha raccolto curiosità, ma soprattutto lacrime.
Lo sguardo di una persona (il suo significato) può davvero sconvolgere emotivamente le persone, al punto di farle piangere? Perchè piangono poi, ansia, affetto, magone?
L'origine chimica delle lacrime è nota, così come quella del pianto delle risate estreme (è una conseguenza della contrazione di alcuni muscoli) ma è provato che, chimicamente, le lacrime suscitate dalle emozioni hanno una concentrazione di ormoni molto differente, per tipo e per quantità, dalle lacrime che si formano -diciamo- meccanicamente.
Il pianto di fatto ci fa eliminare gli ormoni associati allo stress, ecco perchè ci si sente meglio dopo.
Ippocrate sosteneva che il pianto fosse un processo di pulizia della mente.
Gli uomini piangono in media una volta al mese, le donne ameno cinque. Questo fa pensare.

Picasso, Donna che piange.
La funzione del pianto non è mai stata chiarita fino in fondo: è la risposta al dolore provato (ipotesi più comune) o una forma di comunicazione non verbale atta a farsi capire dagli altri?
Personalmente il mio pianto è sempre in relazione a due aspetti: cosa mi si muove 'dentro' e chi condivide con me. Se assisto a qualcosa che mi tocca sensibilmente e sono in compagnia di persone con le quali ho un legame forte, alle quali riconosco un ruolo determinante nella mia vita (mio padre, mio marito) come perdo il controllo inizio a piangere e non smetto più.
Nonostante pensi che piangere sia naturale e non ci si debba vergognare facendolo in pubblico, mi provoca un forte imbarazzo. Che strani esseri siamo, noi esseri umani.
Un'altra reazione curiosa è quella delle vittime della candid camera spagnola 'elevador' dove una hostess accompagna alcune persone a prendere una (finta) ascensore e ad un certo punto, subito dopo un breve black out, viene fatta entrare (da una botola nella cabina dell'ascensore) una bambina vestita di bianco, con i capelli arruffati e un bambolotto in mano.

Come è prevedibile, la gente si spaventa all'apparizione di una persona che prima non c'era. Poi qualcosa nella loro (nostra?) mente associa la presenza a una figura molto inflazionata nei film horror, in un luogo dove non c'è scampo. La cosa davvero curiosa è come nessuno sia in grado di razionalizzare, nemmeno dopo qualche secondo. Non siamo fatti di sola carne, insomma. Evviva.
Benvengano le cose che suscitano emozioni.


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