Alla fine siamo partiti. Nonostante le previsioni (pioggia
per due giorni) ci siamo svegliati relativamente presto (sia io che Mauro siamo
rientrati tardi e Ricky ha dormito dalla nonna paterna) abbiamo infilato uno
spazzolino da denti, un pigiama, un libro e un cambio a testa in una borsa.
Recuperato il piccolo gentilmente recapitatoci direttamente
a casa, ci siamo messi in macchina.
Niente pioggia ad accoglierci, ma un timido sole. Silenzio
ovunque. Faceva ancora freddo, ma con il camino abbiamo scaldato l’aria e
l’atmosfera. Ricky ha giocato con la pista delle macchinine sul tappeto,
davanti a Mauro che suonava la sua chitarra classica mentre io leggevo un libro
sprofondata tra i grandi cuscini di lana ricamati a mano a punto croce.
Tutti davanti al camino
di pietra. La legna scoppiettante e profumata. La televisione spenta:
circostanza surreale!
Dopo pranzo abbiamo deciso di andare a prendere altra legna
per la serata e un altro po’ da lasciare di scorta per la prossima volta. Siamo
andati alla legnaia dove mesi fa Ricky aveva incontrato una dolcissima cagnolina
color miele, che abbiamo rivisto e che come al solito si è fatta fare
tantissime coccole.
Mauro ha caricato una carriola di legna nel baule della
macchina e siamo andati in piazzetta, a prendere pane, formaggi e farina per
cucinare la polenta taragna. Al supermercato non c’era nessuno, nemmeno la
commessa del banco salumeria.. abbiamo dovuto farla chiamare da un signore che
come noi aveva bisogno di fare la spesa. Un altro pianeta: il supermercato aperto
e la proprietaria al bar a prendere un caffè!
Elogio alla calma. Che spettacolo. Dobbiamo tornarci più
spesso in montagna. Cose semplici, niente cene complicate, spesa nei
supermercati affollati, televisione digitale, rumore, frenesia di ‘fare qualcosa
perché è sabato sera’.
Dopo la piccola spesa abbiamo fatto un giro ai parchetti e prima
di sera ha iniziato a piovere, così siamo rientrati a casa. Raramente abbiamo
incrociato macchine o persone durante la nostra uscita.
Una volta in casa ancora silenzio, il fuoco nel camino e le
montagne fuori dalla grande finestra.
Cena a base di polenta taragna, dunque formaggi della Valle
Camonica (la ‘valle dei segni’): taleggio e robiola camuna. Ricky non è ancora
abituato a questi sapori così gli abbiamo fatto un menù tutto suo: pastina in
brodo e prosciutto cotto.
Persino il profumo del pane che usciva dal sacchetto di
carta sembra diverso, più fragrante, come se volesse raccontare qualcosa.
Tra le varie influenze, la Pasqua e le cene con gli amici
(che ormai organizziamo solo nel week-end, visti gli orari dei bimbi che vanno
a scuola) era da Capodanno che non ci prendevamo una pausa lontani da tutto.
Devo riuscire ad istituzionalizzare queste fughe almeno una
volta ogni tre o quattro week-end. Fanno bene a tutti, si ha il tempo di
‘annoiarsi’, dunque di trovare da soli un modo per passare il tempo (che fa
bene allo sviluppo cerebrale e intellettivo dei bambini, sempre mitragliati da
mille stimoli) di leggere, di fare le cose che a casa non si fanno mai. A volte
semplicemente di stare in silenzio a guardare le fiamme o le montagne.
Dunque segnare sul calendario: fuga dalla normalità ogni
venti/trenta giorni.
Ritempra, rinvigorisce il contatto con se stessi e
riavvicina alle cose (e alle persone) che davvero contano.
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