Ecco il sole. Non importa se durerà soltanto oggi e poi per un po' di (troppi) giorni sparirà di nuovo. Quando c'è, si sente.
Quando c'è si vedono le persone sedute fuori dai bar, che si alzano con le guance rosse. Si osano le prime scarpe aperte, la pedicure appena fatte con le unghie dei piedi colorate.
Inutile dirlo: alla gente piace la bella stagione.
Anni fa sono stata cinque giorni a Berlino, per lavoro. Berlino è una città magnifica, in fermento.
Ti da l'idea che se sta per essere inventato qualcosa di pazzesco, creato il pezzo di design del secolo, aperto il locale più strabiliante.. sei nel posto giusto al momento giusto.
Il quartire ebraico rapisce, ci sono dei locali incredibili, negozi di abbigliamento che sono vere e proprie gallerie d'arte.
Ciò che scorre fuori dai finestrini della linea ferroviaria esterna ti mozza il fiato per il fascino della verità: tutto quello che nei film, nei libri e nella storia dell'arte ci è stato raccontato di Berlino, è vero.
Cammini, e da un momento all'altro immagini di incrociare David Bowie.
Magica, di un fascino sublime.
Mi ricordo i cortili comunicanti: entravo in un portone per guardare le vetrine interne di alcuni negozi pazzeschi, e una volta dentro scoprivo uscite con sbocchi su altri cortili, gallerie, negozi, locali.
In questo modo camminavo dall'interno per interi isolati, con location incredibili.
Però un difetto ce l'ha: manca il sole. Mancano la primavera, l'estate, l'autunno mite. Manca sapere che per un certo -lungo- periodo ci si dimentica di indossare qualcosa prima di uscire. Qualcosa in più di ciò che si indossa in casa.
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