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mercoledì 26 giugno 2013

Madri e figlie, madri e figli

Si sta avvicinando il momento in cui smetterò di avere la speciale connessione esclusiva con Ricky, il rapporto elettivo in cui sono stata travolta e che mi ha profondamente cambiato -davvero- l'esistenza. Cambiato, sconvolto, mescolato, sorpreso, completato. La lista è infinita.
Sto vivendo un periodo che (adesso lo so) non si può vivere e rivivere ogni volta che si vuole. Soprattutto se si hanno quasi trentotto anni, come nel mio caso!
Quindi mi trovo a vivere due ruoli contemporaneamente: la madre profondamente e visceralmente innamorata del figlio maschio, e la figlia in attesa del suo secondo genito, che (l'ho deciso io? Sbaglio?) dovrebbe rappresentare un elemento di complice condivisione per la sua mamma.
Perchè il rapporto madre-figlia e madre-figlio è così diverso?
E' vero che si sviluppa una sorta di aspettativa nelle figlie femmine, che viene contraccambiata con  distanza dalle madri?
E' vero che difficilmente i maschi si fanno problemi per l'accettazione da parte delle madri, perchè dentro hanno la certezza che tanto la loro mamma non li 'tradirebbe' mai?
Una donna sa che può cavarsela sotto molti punti di vista, quindi non teme per la propria figlia, perchè crescerà e se la caverà nello stesso modo.
In casa mia, ed è solo un esempio senza alcuna pretesa, mi è passata la sensazione che le femmine sono 'rivali'. Senza colpi bassi, ma a suon di tentativi di conquistare l'attenzione, paragonarsi, inevitabilmente si finisce con il tentativo di prevalere una sull'altra.
A volte questa è semplicemente una componente della motivazione: nella vita la spinta di dare prova del meglio di se ci mette nelle condizioni di dare davvero tanto. Essere una buona moglie, amante, cuoca, amica, madre.. di certo non è un atteggiamento negativo.
Almeno, non lo sembrerebbe.
Gli animali usano solo l'istinto: sanno che devono insegnare a cacciare, scappare, difendersi, proteggersi. Basta. A nessuna mamma nel mondo animale verrebbe mai in mente di far apparire più dolce il proprio nemico agli occhi del suo cucciolo, femmina o maschio che sia. Sarebbe come darglielo in pasto sul vassoio, con tanto di patate di contorno.
Perchè invece l'animale madre è spesso tentata di farlo, soprattutto con il proprio figlio maschio?
Se ci si fa caso, le madri di sole figlie femmine sembrano donne 'con le palle' rispetto a quelle che hanno solo maschi o che ne hanno almeno uno.
Questo è solo perchè la femmina non ispira tenerezza alla mamma (non come sensazione principale), la madre si preoccupa subito di disincantare il suo mondo, perchè i predatori -gli uomini- sono sempre in agguato.
L'atteggiamento della madre verso la femmina è di farla crescere prima possibile.
Verso il figlio maschio è tenerlo sotto la sua amorevole cura il più a lungo possibile.
E per i padri il discorso è esattamente l'inverso: i figli subito uomini, le figlie eternamente bambine.
Con una differenza: che si chiede all'uomo di crescere dominando la femmina, che si dipinge come più debole (mentre le madri mettono in guardia le figlie nei confronti degli uomini, che dipingono come più scaltri e forti).

Ma perchè? La realtà è davvero così?
Ci deve essere una spiegazione.


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