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giovedì 31 ottobre 2013

40 giorni son passati..

Con un po' di ritardo, mi sono recata all'ambulatorio della ASL di Lissone per fare il controllo post parto.
Tutto bene, come al solito ostetrica e ginecologa mi hanno accolta, anzi 'ci' hanno accolti con gentilezza e tanto entusiasmo per il piccoletto: dopotutto hanno partecipato passo passo a tutta la gravidanza!
Qualche informazione che può interessare future e neo-mamme.
Non è pensabile mettersi a dieta in questo momento: anche se ci si sente in sovrappeso è necessario avere pazienza, il corpo è ancora troppo stressato, la stanchezza fisica e lo sbalzo ormonale non costituiscono una buona base. L'importante è tenere d'occhio la bilancia nel senso di non aumentare di peso. E' importante non introdurre meno di quel che serve alla produzione di latte e al fisico per fronteggiare la stanchezza. Ok all'assunzione di aminoacidi..
Usare metodi anticoncezionali validi: preservativo o mini-pillola. La dottoressa ha caldeggiato per la mini-pillola, essendo di fatto il preservativo un corpo estraneo che può mettere soggezione nella ripresa della normale vita sessuale già a dura prova per motivi di svariata natura (ormoni bassi, cicatrici, stanchezza dei genitori, nuovi ruoli).
No ai sensi di colpa: non fa niente se ci sentiamo dire che siamo troppo chiocce o troppo severe, se con il primo (chi ce l'ha) eravamo diverse. Questo periodo va vissuto come ci si sente di viverlo. Le neo mamme vivono un carico di stress costante che deriva da fattori esterni e psichici, non esiste nessun modello a cui ispirarsi, basta solo seguire il proprio istinto.
I bambini crescono tutti: ogni neonato ha il suo carattere, le sue abitudini, le modalità di 'ricattare' la mamma, come per la prima volta in cui si cucina un piatto complicato si seguono le regole, le volte successive si fa un po' a braccio. Va bene così, a differenza dei piatti cucinati, i piccoli vengono su sempre, e sempre bene.


Halloween non è carnevale

Oggi mi aspetta davvero una giornata terrificante.
Quindi in pieno stile Halloween: da paura!
L'incubo inizierà quando andrò a prendere Ricky a scuola, munita di costume da fantasma (a proposito: grazie suocera).
A seguire appuntamento alla biblioteca del paese: festa con decorazione di biscotti di Halloween.
Finita la festa, inizio giro 'dolcetto o scerzetto?' con i bambini (già fatto l'anno scorso sotto l'acqua, devastante) a casa di quattro o cinque nonni che si prestano alla distribuzione di caramelle.
Dopo c'è in programma una pizzata ma daremo forfait perchè sarò distrutta, la mia schiena anche, grazie a Giamma nel marsupio!
La pizza ce la mangeremo a casa, sempre se saremo ancora svegli.
Tornando ad Halloween, la tradizione vuole che sia davvero una festa paurosa.
Gli americani, specie negli anni sessanta, la prendevano molto sul serio: niente bambini con gioiosi vestiti da fantasmino Casper o bambine vestite da damina. Anzi..
 Paura allo stato puro.
Che dire di questo ritratto di famiglia in tipico costume di Halloween? Sarò una femminuccia ma a me fa venire gli incubi davvero!
Originalissime queste cinque signorine, che si sono prestate in versione 'decapitata'. Da tenere presente e proporre alle altre mamme amiche mie l'anno prossimo.
Brividi.
Comunque le regole sono poche ma chiare: trucco e vestito rigorosamente artigianali, niente abiti preconfezionati; fatti in casa anche i dolcetti in tema fantasmi, ragni, cervello, dita mozzate (niente torte di mele della nonna o biscottini decorati allegramente).
E' una festa pagana antichissima, più dei nostri Santi e Morti. Pare infatti che la religione Cristiana abbia 'inventato' lo sdoppiamento di queste ricorrenze per fronteggiare Halloween, che è molto diffusa e celebrata, anche da culture e religioni non allineate.
Significa approssimativamente 'fine dell'estate' ma divenne la 'notte delle streghe' quando venne ufficializzata la festa di Ognissanti il primo Novembre, proprio per contrapporre un valore religioso alla ricorrenza pagana tanto seguita.
Ultimo ma non meno importante: Halloween si festeggia solo il 31 ottobre, non prima e non dopo.




mercoledì 30 ottobre 2013

Vivere fluttuando

Ho visto un servizio sulla costruzione di case galleggianti ad Amsterdam e ho letteralmente perso la testa.
Voglio provare a fare una vacanza su una casa galleggiante!
Girando in rete si trovano moltissime proposte per affittare alloggi gallegianti nei molti canali della città. Che meraviglia, sedersi in veranda la sera, con la casa ormeggiata e chiacchierare con i 'passanti' sul pelo dell'acqua..
Posteggiare una barchetta al posto di un'automobile.
Godersi i riflessi dell'acqua, la luce che si moltiplica, il panorama che si specchia.
Ce ne sono per tutti i gusti e per tutti i portafogli.
La maggiorparte sono tipiche strutture olandesi, dall'aspetto tradizionale. Alcune case di design sono meravigliosamente progettate e curate nei minimi particolari sia all'esterno che all'interno.
Immaginate di preparare la cena in una cucina così.
Oppure leggere un libro comodamente sdraiati su un divano in mezzo all'acqua. Bere un the con un'amica, guardare un film in tv la sera.
Da provare, almeno una volta nella vita!

martedì 29 ottobre 2013

Vivere bene

In questo periodo di crisi (detesto questa parola, è diventata una scusa dietro a cui nascondersi,  quindi oggi voglio usarla in tono positivo) gli spot pubblicitari propongono soluzioni, servizi e prodotti come fossero alla portata di tutti.
Le famiglie non sono più come quelle degli anni ottanta: quattro persone e un cane in una mega fattoria moderna con il papà che esce di casa che il sole è già alto nel cielo.
Le famiglie oggi sono numerose, i metriquadri no.
Una nota catena di calzature propone una famiglia vera di dodici persone. Una famiglia che 'risolve' il problema spazio con soluzioni furbe e ottimizzanti, e risolve il problema scarpe acquistando nel posto giusto.
Io mi associo.
La crisi, questa maledetta crisi che ci sta demotivando, appiattendo, deprimendo e schiacciando tutti, ha fatto anche emergere una serie di aspetti che prima si perdevano (nei metriquadri e nelle scarpiere stracolme).
Facendo una riflessione, pensavo che tra qualche anno (lavoro, quindi entrate fisse, permettendo) potremmo permetterci tutti un po' di respiro.
Sarò positiva, ma non vedo la catastrofe tra qualche anno.
Sono sicura che, come succede ciclicamente, dopo la crisi arriverà il bello.
Quando ho pensato a quel periodo per prima cosa ho fatto i conti: quanti anni avrò? Quarantuno? Quarantadue? Potrei avere un terzo figlio.
E' questo il punto.
Non ho pensato (come avrei fatto dieci o quindici anni fa) a una mega vacanza, alla macchina nuova o a una casa più grande. Ho pensato a un altro figlio.
La crisi ha abbassato il tenore di vita (se ce la si fa, si esce una volta a cena al mese) ma ha anche alzato il rispetto dei valori della nostra vita.
Quindi sono arrivata alla conclusione che 'vivere bene' oggi per me significa una bella famiglia, non una bella casa.
Mi sembra un buon messaggio, un ottimo spunto con cui ripartire, un valore da tenere ben presente, per non dimenticare chi siamo davvero.

domenica 27 ottobre 2013

Lewis Allan Reed

Lou Reed ha deciso di farsi un giro nella parte selvaggia. Oggi.
Se n'è andato a 71 anni.
Personaggio, poeta e autore capriccioso, oscuro, maledetto e pericolosamente affascinante, fa parte della cultura musicale glamour ma un po' decadente insieme ad artisti che non si potevano definire 'solo' cantanti o 'solo' musicisti o 'solo' pittori.
Bowie, Warhol, Jagger, Eno, Ginsberg..
Ha ispirato tantissimi artisti, lo stesso Jim Morrison, nelle sue movenze da 'Re Lucertola' pare abbia tratto ispirazione da Gerard Malanga, attore che nei suoi scandalosi show lavorò ed interpretò le sonorità di Reed in pellicole come Chelsea Girls.
Ha reinterpretato i racconti di Edgar Allan Poe (hanno lo stesso secondo nome, curioso) in chiave rock.
Scrisse una canzone, Kill your sons, influenzato da un intervento spaventoso subìto da adolescente, quando tentarono di 'curare' la sua bisessualità con l'elettroshock.
Genio 'inespressivo' fondatore dei Velvet Undeground, vanta trent'anni di carriera senza mai scadere nell'ovvio, nel patetico.
Uno di quei personaggi che non invecchiano, che sembrano diabolicamente eterni.
Si è spento oggi.
Grazie Lou, per tutte le volte che, dalle cuffie del mio walkman, mi hai accompagnata, isolandomi dal resto del mondo, nel tragitto da scuola a casa, chiusa nella zip del mio giubbino di pelle sotto la pioggia scrosciante.
Riposa in pace, magari torna. You're so vicious..




La domenica dai nonni

L'appuntamento è sempre a pranzo. Il momento è caotico, baci per salutarci, gente che spizzica distrattamente patatine sul tavolo, affetta il salamino sull'assetta di legno in cucina mentre si sta ancora togliendo la giacca. Un paio di nipoti che sembrano una squadra mi 'attaccano' dal basso tendendo le mani e baciandomi mi dicono "ciao zia".
Ricky se la cava da solo, Giamma.. dov'è Giamma?
Ah si, sul divano. Fa caldo peró, non lo spoglia nessuno?
La pasta col sugo e le polpette (o gli involtini, o la pasta al forno) arriva e il tavolo sembra sommerso di tentacoli che si passano piatti, bottiglie di acqua, il grana grattugiato.
Cala il silenzio, fino a che i piatti sono vuoti. Quelli dei bimbi hanno sempre qualche avanzo: un pezzo di polpetta, lo spicchio d'aglio trovato nel sugo, la buccia del pomodoro rimasto nella passata.
Il secondo passa inosservato, dopo il primo sappiamo che il piatto forte è il dolce. Questa volta la torta l'hanno fatta le mie nipoti con la nonna, è al profumo di agrumi. Soffice e buonissima.
Poi lo sport in tv e a seguire un vecchio film, di solito un drammone sentimentale con attori ventenni tipo De Niro e Jane Fonda.
L'abbiocco scatta subito. Una garanzia.
Ricky trova una vecchia scatola di latta dove la nonna conserva piccoli giochi che ogni volta lo sorprendono: soldatini, puffi, alberelli in plastica, mattoncini, sorpresine trovate negli anni. Altro che consolle e tablet. Inventa storie creando bellissime città con personaggi sempre diversi, piste fatte con i pezzi del domino (lo stesso con cui giocavamo io e mio fratello da bambini).
È proprio vero che quando si hanno poche cose semplici il cervello risolve la noia sviluppando il pensiero creativo.
E lui va avanti per ore..

sabato 26 ottobre 2013

La cioccolata è una cosa seria

Che sia chiaro: la cioccolata NON si prepara con una bustina di polvere.
La cioccolata si fa con il cioccolato. Sembra un'ovvietà, ma quanti la preparano con la tavoletta di cioccolato?
La ricetta classica prevede che si sciolga a bagnomaria una tavoletta di cioccolato fondente. Una tavoletta è la quantità di cioccolato per preparare quattro cioccolate, ma se la si ama più forte, se ne possono ricavare anche solo due.
Una volta che il cioccolato è ben fluido, si versa il latte bollente (non 'bollito') fino a quando si raggiunge la densità desiderata.
Non va aggiunto zucchero.
Densa e in piccole porzioni, può essere servita come dessert al cucchiaio. Aromatizzata, fa molto chiudi-cena-chic.
Per aromatizzare la cioccolata si fanno scaldare nel latte gli aromi che si preferiscono: una bustina di the verde, un bastoncino di cannella, una stecca di vaniglia, le foglie di menta, l'infuso ai frutti di bosco o alla pesca, le scorze dell'arancia, etc.
Quando il latte è ben caldo va semplicemente tolto ciò che è stato usato per aromatizzare e poi si procede come per preparare la cioccolata normale.

venerdì 25 ottobre 2013

Un week end di coccole

Cosa programmare per questo week end?
Niente. Con molto entusiasmo.
Gli ultimi week end sono stati dei veri tour de force, quindi.. elogio alla lentezza!
Il calcio del piccolo domattina, un giro al mercato per comprare verdure di stagione.
Un salto in biblioteca a vedere le ultime novità.
Una tazza di the bollente, un buon libro..
Ho finito Acciaio, di Silvia Avallone: bellissimo. Ora vorrei legegre il suo secondo libro: Marina Bellezza.
La Avallone scrive in un modo divino. Se non avete letto nulla di suo, è arrivato il momento.
Qualcuno si chiederà come riesco a leggere con un bambino di due mesi in casa.
Il papino ha trovato una strategia infallibile per coccolare Giammarco e farlo addormentare per ore: lo tiene avvolto nel suo mega cuscino appoggiandoselo sulle gambe, appena sembra avere il sonno disturbato, muove pochissimo le gambe e il cucciolo, sentendosi cullato, si riaddormenta.
Fino a che non gli viene una fame da lupi e li non ci sono strategie che tengano!
Certo, si può fare solo nei week end e quando papà è a casa malato, però la soluzione è valida.
Ho sperimentato e garantisco.
Con me non è la stessa cosa, il piccoletto sente che sono io ed ha tutt'altre pretese. Ci ho già provato.

Ce li ho qui (in testa) gli Anni Ottanta!!

Ci regalano un carillon. Per Giammarco, ovviamente.
Il carillon suona la musica di Love Story (tristezza unica).
E' un regalo molto anni ottanta, il carillon. Mi ricordo le scatole portagioie con la ballerina, oppure il pianoforte a coda in plastica trasparente. Ognuno di noi ne aveva almeno uno in casa. Lo ammetta.
Torniamo alla musica di Love Story: a me, che quando uscì il film ero piccolissima, subito fa venire in mente una pubblicità degli anni ottanta, quella delle Mentos.
I miei coetanei possono tornare adolescenti guardandosi lo spot..
Iniziava con 'ogni volta che..'
Belli gli spot degli anni ottanta. Ricchi di gingle fatti ad hoc che ti rimanevano in testa, che cantavi in macchina con i fratelli o con gli amici mentre andavi in vacanza o a casa dei nonni.
Io adoravo cantare 'Tu-mi, tu-mi, tu-mi, tu.. bacio, bacio, bacio, bi..' chi se lo ricorda?
Negli anni ottanta si respirava un'aria positiva, ottimista. Sembra passato un secolo da quel decennio. Invece sono solo vent'anni.
Erano gli anni di DeeJay Television (con il video sing-a-song che fu il predecessore del karaoke) del Drive In, e guarda caso oggi si è spento uno dei miei personaggi preferiti: il Commissario Zuzzurro.
Con i suoi giri di parole botta e risposta con Gaspare. Con il suo 'ce l'ho qui la brioche!'.. buon viaggio Commissario!

giovedì 24 ottobre 2013

Qualcosa di 'hot' ..per due

Piove, fuori fa freschino e l'umidità abbassa la temperatura delle case non ancora scaldate a regime (io non ho ancora acceso il riscaldamento, comunque).
Una zuppetta facile e sana, per due.
Servono una zucchina, una patata media, una carota, mezza cipolla dorata. Eventualmente, per addensare, si può aggiungere la farina di ceci fino a raggiungere la cremosità desiderata.
Si tagliano tutte le verdure a cubetti e si fanno saltare in una padella alta dapprima senza acqua, con l'olio extravergine d'oliva e il sale. Quando le verdure profumano, si aggiunge l'acqua.
Appena le verdure sono cotte, si passa una parte della minestra con il frullatore a immersione, lasciando a piacere qualche pezzetto intero.
I crostini si preparano semplicemente con del pane raffermo: si taglia a cubetti e si mette ad abbrustolire in padella con olio, sale e aglio a pezzetti.
Olio extravergne d'oliva e un filo di pepe nero appena macinato: et voilà!

Mika male, davvero

Il ragazzo mi è sempre piaciuto.
La prima hit, Grace Kelly, mi mette un'allegria..

Molto presente in tv, grazie alla partecipazione ad un noto programma musicale talent (trito e ritrito, come tutti i cloni di programmi stranieri all'ennesima edizione) che deve molto a chi compone la giuria.
Quest'anno siamo quasi alla perfezione: Elio, Morgan e Mika.
'quasi' perchè c'è la Ventura. Che di musica non ci capisce un'acca, e lo dimostra ogni volta.
Bravo Mika, simpatico, ironico. Bello.
Nato a Beirut il 18 agosto dell'83, a causa della guerra civile in Libano si trasferisce prima a Parigi e poi a Londra, con la famiglia. Il padre fu rapito e tenuto all'ambasciata americana in Kuwait per sette mesi.
E' stato un adolescente dislessico. Parla sei lingue. Suona diversi strumenti. Ha detto un secco 'no' alle maggiori case discografiche che gli imponevano di scimmiottare Robbie Williams.
Ha l'estensione vocale di Freddie Mercury, lo stile e l'atteggiamento di David Bowie sul palco, e gli impongono Robbie Williams. Ma mi faccia il piacere..

sabato 19 ottobre 2013

Buona domenica di pioggia

Danno pioggia domani.
Propongo di iniziare con una coccola, come fossimo in vacanza: colazione speciale!
Pancetta ben cotta, croccantissima. Uova strapazzate con scaglie di grana e pepe. Spicchi di finocchio crudo.
Dopo una colazione così, la giornata è tutta in discesa. O sdraiata. Sul divano.

venerdì 18 ottobre 2013

Come se niente fosse

In questi giorni un personaggio femminile televisivo è diventata mamma per la seconda volta.
Dopo pochi (meno di dieci) giorni dal lieto evento, questo personaggio si è ripreso il suo posto in una trasmissione di satira politica e sociale. Forse sarebbe più giusto dire 'LA' trasmissione.
Decisamente in forma, bella e sorridente ha ripreso il suo lavoro sfoderando gli atteggiamenti di sempre, le battute, il suo rodato ruolo nel programma.
Come se niente fosse.
Tutti sappiamo del lieto evento (mancava che facesse entrare le telecamere anche in sala parto), tutti sappiamo del primo matrimonio, della relazione attuale, chi è il padre della prima figlia, chi è quello della seconda.
Perché questo personaggio tiene tanto a far sembrare che non sia cambiato nulla?
Una maternità va mortificata in questo modo?
È giusto far passare il messaggio che bisogna rientrare subito, se il posto è valido e la concorrenza (soprattutto se ha dieci anni in meno e origini latinoamericane) spietata?
È giusto lasciare che la gente si immagini una neonata dietro le quinte, con un paio di tate al seguito, che predispongono l'allattamento nei tempi morti televisivi? O peggio che armeggino con biberon riempiti di latte tirato apposta per permettere alla mamma di esserci per la diretta?
A me personalmente tutta questa messa in piazza della maternità fa una grande tristezza.
Ma poi, sbaglio o questa neomamma era stata vittima di stalking? Non dovrebbe cercare riparo, per se stessa ma soprattutto per la nuova creatura?
Trovo questa 'poverina' di una pochezza e un'ignoranza stupefacenti.
Le madri sono eroine in quanto madri, proprio perché rischiano tutto, vita e lavoro, investono tutto, tempi e corpo, mettono in discussione se stesse, si dedicano senza riserve e in modo totalizzante.
Non c'e niente di eroico o di ammirabile in una madre che mantiene tutto come se niente fosse.
Un figlio non è come se niente fosse. È un miracolo, è la vita, ha bisogno di dedizione e di sobrietà, di discrezione e di esclusiva. Almeno per i suoi primi giorni di vita.
Barilla dice (in modo assolutamente legittimo) che non vedremo mai un nucleo famigliare formato da omosessuali nei suoi spot pubblicitari. E le associazioni gay insorgono.
Le femministe quando servono davvero, non si fanno nemmeno vedere.
Ma io nel mio piccolo mi faccio sentire: vergognati, neomamma.

Cold case

Nel 1992 mi sono trasferita, insieme alla mia famiglia, in una bellissima casa circondata da un parco.
Aveva due entrate, quella principale a Vedano al Lambro e una secondaria, a Monza.
Muovendomi prevalentemente a piedi, non ero maggiorenne, utilizzavo maggiormente quella secondaria (in linea d'aria era anche la più vicina a casa di mio marito).
Oggi ci sono passata a piedi e ho guardato quel cancello, attraversato mille volte, dal marciapiede sull'altro lato della strada.
Mi sono detta 'chissà se avrei mai immaginato, più di vent'anni fa, che un giorno sarei passata con i miei due figli, da queste parti'.
Forse è accaduta una cosa simile, cioè che i due momenti si sovrapponessero come accade in Cold case, la serie crime dove alcuni detective indagano su casi passati e mai risolti. In alcuni momenti i personaggi del passato coesistono con gli stessi, più invecchiati, al giorno d'oggi.
Forse ci siamo anche incontrate, io e la mia versione futura, ma allora non ci pensavo e non mi sono riconosciuta. Forse oggi sono passata di li e una versione di me adolescente ha guardato distrattamente una donna vicina ai quaranta con una carrozzina e un altro bimbo che salterellava per strada, senza avere la minima idea che quella era lei stessa, più di vent'anni dopo.
Faccio spesso questi ragionamenti, un po' come a chiedermi 'come avrei vissuto la mia vita, se avessi saputo che vent'anni dopo sarei stata mamma di due bimbi dello stesso uomo di allora?' e ancora 'possibile che, pur non avendo idea di cosa sarebbe successo, in qualche modo ho realizzato ogni desiderio senza perseguirlo volontariamente?'.
Chissà se e quante volte incontriamo il nostro destino per strada, senza riconoscerlo. E, ignari, ci giriamo dall'altra parte perché dobbiamo viverci tutto il nostro presente, fino in fondo.
Certo che la vita è proprio un mistero. E un miracolo.

lunedì 14 ottobre 2013

Baby blues o..?

Il periodo non è dei migliori e più che post partum (o per essere più cool: baby blues) io mi sento un tantino sotto pressione.
Non so se con una situazione ormonale ottimale avrei preso meglio certi avvenimenti (un furto, la caldaia che si rompe, la maestra di Ricky che mi chiede di fermarmi perchè il piccolo non è stato bene).
Gli imprevisti ci sono, inutile negarlo. Alcuni spaventano, altri costano.
Ma voglio (devo) guardare avanti.
Qualche dritta che questi ultimi giorni mi hanno insegnato (non tutto il male vien per nuocere).
Primo: chiedere aiuto quando se ne ha bisogno. E accettarlo quando ce lo offrono. Siamo sempre in tempo per ricambiare, ed è anche bello.
Secondo: uscire, vedere amici, confrontarsi, sfogarsi, prendersi in giro. In una parola: ridere, anche dei guai.
Terzo: rimandare le cose che ci annoiano e opprimono ad altri momenti. La polvere sulle mensole non scappa (e se scappa, tanto meglio!) la dieta, che è una questione di testa, si può fare dopo, basta non esagerare con i danni ora.
Quarto: dedicarsi alle cose che piacciono.
A fine mese c'è la notte delle streghe. Decorazioni per la casa a tema, giochi per i bimbi nel caso la sera diluviasse (come l'anno scorso: un pasticcio unico) e saltasse il giro 'dolcetto o scherzetto'.
Cambiare gusti, e farsi bene. Ottimo in questo periodo il succo di mirtilli. Antiossidanti, fanno bene alla vista e proteggono i capillari.
Cucinare le cose di sempre, con più amore di sempre. Scalda il cuore a tutti!
Copiare le cose che ci piacciono e che vediamo in giro. Doppio vantaggio: si risparmia e si passano delle ore in modo piacevole.
Poi vuoi mettere la soddisfazione del dire 'questo l'ho fatto io?'.

giovedì 10 ottobre 2013

Cry baby

Non sapevo che, oltre ad essere il titolo di una canzone e di un LP di Janis Joplin e un effetto per la chitarra elettrica (quello che fa il 'ua-ua') Cry Baby fosse anche un film con Johnny Deep.
Tornando sulla terra: ragazzi che faticaccia.Che frustrazione! Non mi piaccio quando rimango in casa con il piccolo che urla e non la smette più. Mi sento inadeguata.
Menomale che ci sono le amiche, che ci sono già passate ma che hanno la lucidità e la distanza che io, pur essendoci già passata ma ritrovandomici in mezzo, non ho.
Mi si dice che mi ha preso per un ciuccio, di darglielo.
Se lo sputa, se urla di più, se si fa venire i conati di vomito mi dicono 'insisti'.
Fatto. Ora dorme.
In effetti il 'come' a volte funziona più del 'cosa'.
Un giro in rete, giusto per capire se sono l'unica al mondo.
So che non è così ma, quando ci si trova esattamente nel mezzo, saranno gli ormoni, sarà l'isolamento temporaneo dal resto del mondo ma.. la solitudine è la prima cosa che senti al risveglio e l'ultima quando ti addormenti. Se hai la fortuna di addormentarti, ovvio.
Non sono sola.
Centinaia di interventi che potrei aver scritto io, di una precisione addirittura impressionante.
Stessi dubbi, stesse frustrazioni, stesso senso di inadeguatezza.
Comunque tranquilli: è tutto normale.
Però ci sono delle cose curiose che mi sono rimaste impresse, delle linee generali sul tipo di pianto dei bambini, che non hanno altro modo per comunicare (già questo non è un dettaglio).
Il pianto ritmico che parte breve e va man mano ad intensificarsi: ha fame o sete. Niente da fare, va allattato.
Il pianto lamentoso: stanchezza o noia. Coccolarlo con movimenti ritimici non troppo lenti, cantare una ninna nanna, tentare di dargli il ciuccio.
Il pianto improvviso: dolore addominale, probabile aria. A pancia in giù sulle ginocchia o sulla spalla, con piccoli colpetti per favorire l'uscita di aria dallo stomaco.
Il pianto che scoppia all'improvviso: sta per addormentarsi. Gli serve per scaricare la tensione della giornata.
Quest'ultima non la sapevo e non l'avrei mai immaginato come un modo per scaricare la tensione.
E se provassi a farlo anche io??

lunedì 7 ottobre 2013

Lunedì di pioggia

'Ma che sapore ha, una giornata uggiosa?'
L'asfalto bagnato.
Il profumo del the nel bollitore.
La coperta di pile (non vanno ancora i riscaldamenti..) sul divano.
La marmellata di more fatta in casa, sulle fette biscottate, preparata a merenda per Riccardo.
Il tempo che passa lento (devo cambiare orologio in cucina, questo di Tiger è bellissimo!).
L'odore di latte del piccolo Giammarco. L'odore dolce delle sue tutine di ciniglia.
Le persone che ami, la tua famiglia, i nonni che tornano giocherelloni.. le giornate uggiose sono belle per questo: ci si scalda il cuore tutti insieme.
Ombrelli e candela profumata, sempre di Tiger.

sabato 5 ottobre 2013

Il diavolo e l'acquasanta

Hanno appena passato il videoclip di Whitney Houston, I wanna dance with somebody.
La prima cosa che mi viene in mente è come la boicottavo, io, madonnara convintissima.
Whitney è stata la più popolare artista femminile dopo Madonna, a oggi gli album, i video e i singoli venduti della Houston superano i duecento milioni di copie.
L'immagine della ragazza  nel video con lo sfondo lilla trasmette gioia e serenità. In netto contrasto con quello che poi l'artista viveva nella realtà. Però erano gli anni 80, e si voleva trasmettere gioia, voglia di divertirsi, si facevano grandi sorrisi.
Quelle della mia generazione erano adolescenti in quegli anni. Non sapevamo, o non potevamo prevedere, che poi sarebbe finita così, nella vasca da bagno di un albergo di Las Vegas, intossicata da chissà che. Che avrebbe sposato un uomo noto e violento, che avrebbe avuto una figlia tossicodipendente.
Le popstar non suscitavano pettegolezzi perchè i giornali di gossip li leggevano le nostre nonne dal parrucchiere, le mamme al mare.
E loro ascoltavano Gianni Morandi, sapevano a malapena chi fosse Madonna.
Ci bastava l'immagine gioiosa di chi urlava fuori da una quantità impressionante di denti 'voglio ballare con qualcuno'. Noi credevamo a quella, non cercavamo di interpretare una richiesta diversa, spesso disperata.
Curioso, Madonna aveva il nome che faceva indignare le nonne (la mia mi disse che aveva visto tutto il concerto di Torino in diretta sulla Rai aspettando di vedere la Madonna, ma c'era solo una "sporcacciona mezza nuda") un'immagine camaleonticamente blasfema: prima una ballerina di night club, poi lesbica, hot in Erotica, glamour in Vogue. Per non parlare di Like a Prayer, in cui bacia Cristo vestita da suora.
Louise Veronica Ciccone nella realtà è credente, non fuma, non beve, si alza presto, fa yoga, corre, scrive libri di favole per bambini, una specie di sergente con la passione per i toy-boy (dichiarata sin dai primi anni, quindi legittima). Non prende nemmeno il sole. Che si sa, invecchia la pelle.
Eppure quand'ero ragazzina io seguire la Houston era un po' da sfigate, essere madonnara era trasgressivo.
La stessa differenza che passava tra chi l'oratorio lo frequentava per giocare a bandiera e chi per imboscarsi nelle scale o dietro le colonne con i ragazzi del liceo.
Menomale che ho avuto due figli maschi.