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venerdì 18 ottobre 2013

Cold case

Nel 1992 mi sono trasferita, insieme alla mia famiglia, in una bellissima casa circondata da un parco.
Aveva due entrate, quella principale a Vedano al Lambro e una secondaria, a Monza.
Muovendomi prevalentemente a piedi, non ero maggiorenne, utilizzavo maggiormente quella secondaria (in linea d'aria era anche la più vicina a casa di mio marito).
Oggi ci sono passata a piedi e ho guardato quel cancello, attraversato mille volte, dal marciapiede sull'altro lato della strada.
Mi sono detta 'chissà se avrei mai immaginato, più di vent'anni fa, che un giorno sarei passata con i miei due figli, da queste parti'.
Forse è accaduta una cosa simile, cioè che i due momenti si sovrapponessero come accade in Cold case, la serie crime dove alcuni detective indagano su casi passati e mai risolti. In alcuni momenti i personaggi del passato coesistono con gli stessi, più invecchiati, al giorno d'oggi.
Forse ci siamo anche incontrate, io e la mia versione futura, ma allora non ci pensavo e non mi sono riconosciuta. Forse oggi sono passata di li e una versione di me adolescente ha guardato distrattamente una donna vicina ai quaranta con una carrozzina e un altro bimbo che salterellava per strada, senza avere la minima idea che quella era lei stessa, più di vent'anni dopo.
Faccio spesso questi ragionamenti, un po' come a chiedermi 'come avrei vissuto la mia vita, se avessi saputo che vent'anni dopo sarei stata mamma di due bimbi dello stesso uomo di allora?' e ancora 'possibile che, pur non avendo idea di cosa sarebbe successo, in qualche modo ho realizzato ogni desiderio senza perseguirlo volontariamente?'.
Chissà se e quante volte incontriamo il nostro destino per strada, senza riconoscerlo. E, ignari, ci giriamo dall'altra parte perché dobbiamo viverci tutto il nostro presente, fino in fondo.
Certo che la vita è proprio un mistero. E un miracolo.

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