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venerdì 18 ottobre 2013

Come se niente fosse

In questi giorni un personaggio femminile televisivo è diventata mamma per la seconda volta.
Dopo pochi (meno di dieci) giorni dal lieto evento, questo personaggio si è ripreso il suo posto in una trasmissione di satira politica e sociale. Forse sarebbe più giusto dire 'LA' trasmissione.
Decisamente in forma, bella e sorridente ha ripreso il suo lavoro sfoderando gli atteggiamenti di sempre, le battute, il suo rodato ruolo nel programma.
Come se niente fosse.
Tutti sappiamo del lieto evento (mancava che facesse entrare le telecamere anche in sala parto), tutti sappiamo del primo matrimonio, della relazione attuale, chi è il padre della prima figlia, chi è quello della seconda.
Perché questo personaggio tiene tanto a far sembrare che non sia cambiato nulla?
Una maternità va mortificata in questo modo?
È giusto far passare il messaggio che bisogna rientrare subito, se il posto è valido e la concorrenza (soprattutto se ha dieci anni in meno e origini latinoamericane) spietata?
È giusto lasciare che la gente si immagini una neonata dietro le quinte, con un paio di tate al seguito, che predispongono l'allattamento nei tempi morti televisivi? O peggio che armeggino con biberon riempiti di latte tirato apposta per permettere alla mamma di esserci per la diretta?
A me personalmente tutta questa messa in piazza della maternità fa una grande tristezza.
Ma poi, sbaglio o questa neomamma era stata vittima di stalking? Non dovrebbe cercare riparo, per se stessa ma soprattutto per la nuova creatura?
Trovo questa 'poverina' di una pochezza e un'ignoranza stupefacenti.
Le madri sono eroine in quanto madri, proprio perché rischiano tutto, vita e lavoro, investono tutto, tempi e corpo, mettono in discussione se stesse, si dedicano senza riserve e in modo totalizzante.
Non c'e niente di eroico o di ammirabile in una madre che mantiene tutto come se niente fosse.
Un figlio non è come se niente fosse. È un miracolo, è la vita, ha bisogno di dedizione e di sobrietà, di discrezione e di esclusiva. Almeno per i suoi primi giorni di vita.
Barilla dice (in modo assolutamente legittimo) che non vedremo mai un nucleo famigliare formato da omosessuali nei suoi spot pubblicitari. E le associazioni gay insorgono.
Le femministe quando servono davvero, non si fanno nemmeno vedere.
Ma io nel mio piccolo mi faccio sentire: vergognati, neomamma.

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