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martedì 27 novembre 2012

Allure: fascinazione che si legge nello sguardo altrui

Stamattina mi sentivo pigra e già da sotto il piumino pensavo che avrei voluto un sacco di juta e un paio di stivali da eschimese. In poche parole: dovrei rifarmi il guardaroba.
Ho preso un pezzo per volta, svogliatamente. L'unica certezza era: verrà fuori un mix di schifezze, senza armonia: alla fine mi infilerò un paio di jeans e un maglione come quando devo fare la spesa al mercato della frutta al sabato.
Primo step: collant neri. Coprenti, che danno sicurezza.
Gonna longuette nera elasticizzata tipo pizzo. Ereditata da una zia. Debutto ufficiale.
Camicia a righe azzurre e bianche. Da uomo (ho pensato di buttarla un milione di volte).
Pull senza maniche con il collo a lupetto, da cui far sbucare il colletto alzato della camicia di cui sopra.
Accessori? Accessori (ci sto prendendo gusto).
Due fili di perle, uno annodato e uno no.
Cinturina in vita: nera e di vernice, con piccola fibbia gioiello. Evvai.
Capelli sciolti, riga in mezzo, poco trucco, solo gli occhi.
Mi infilo un paio di stivali in camoscio nero con i tacchi sottili. Pronta, esco.
All'asilo incontro un'amica nel cortile 'ciao, ma che bella che sei oggi!'
Lascio Ricky e incontro le mie amiche in fondo alle scale: caffè al bar.
Una 'ehyla, come sei bella'.
L'altra conferma 'si lei è sempre così chic. Ha il dono di saper abbinare le cose'.
Penso all'abbinamneto sacco di juta e stivali da eschimese. A questo punto: perchè no?
La prima incalza 'vero, ma secondo me, la differenza la fa l'allure'.
Il tempo si ferma. Allure. Che meravigliosa parola.
Che meravigliosa parola che non avrei mai pensato riferita a me.

Senza nessuna pretesa da parte mia, quattro donne che ne sanno qualcosa:








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